1. Blade: Notti insonni


    Data: 27/08/2020, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... io avevo provato. Il desiderio selvaggio di poter essere me stesso e sapere di non poterlo essere. Lei mi sorrise, un sorriso malinconico. -&egrave triste, vero? Siamo esseri speciali, dotati, la punta ultima dell’evoluzione umana. I migliori… E veniamo trattati come spazzatura.-. Silenzio. Non potevo dire un cazzo. Non aveva torto. -Noi valiamo quanto loro, anche di più, ma loro ci temono… Hanno paura di noi, paura del diverso. E dalla paura nasce l’odio che hanno per noi.-, disse Zhara. Si versò un bicchiere di Vodka Nimeroff. -Vuoi qualcosa?-, chiese. -Rhum, se c’é, per favore. Non troppo.-, dissi. Intendevo restare lucido. Lei mi sorrise passandomi un bicchiere con un quantitativo di rhum cubano originale decisamente maggiore rispetto a quanto avevo chiesto. Bevvi. Zhara svuotò il suo bicchiere in un fiato. -Anche io ho vissuto momenti del genere, e chissà quanti altri li vivono.-, dissi. Lei mi sorrise di nuovo. Si avvicinò di un passo. -Tanti, caro mio, tanti. &egrave per questo che ho iniziato a fare quello che faccio, per mostrare a me stessa e agli altri che una come me, una paria, una mutante può arrivare al vertice.-, disse. Era vicina. Il suo profumo mi parlava di sensazioni lubriche, la sua voce aveva una sfumatura che non sapevo identificare. Desiderio? O forse altro ancora? -Io faccio quello che faccio per non essere schiavo.-, dissi io, -Per non dovermi sottomettere a un sistema che non mi rispetta e di cui non riconosco i valori.-. Lei annuì. Mi prese la ...
    ... mano con la sinistra. Percepii un tocco squamato, sottile. Nondimeno lo sentii. Sangue freddo, il corpo di Zhara doveva aver sviluppato due sistemi distinti. La parte umana a sangue caldo, la parte rettile a sangue freddo. Sorprendente. Sicuramente Reed Richards ci sarebbe andato a nozze con tutte le teorie e deduzioni scientifiche che avrebbe potuto svilupparci. Per me era un’esperienza nuova. Ma presi la sua mano. Strinsi le dite ruvide e lisce ad un tempo, scaglie e unghie nascoste in tutti gli altri nostri incontri sotto un guanto nero. Fugacemente mi domandai come fosse il resto di lei. -Già. Per quelli come noi non c’é una vita normale. Solo sprazzi, piccoli istanti, schegge di esistenza.-, disse. Sospirai. Lei mi guardò, come indispettita. -&egrave questo che credi?-, chiesi. -Non é forse così?-, chiese lei. -NO!-, esclamai io, -Io mi rifiuto che lo sia! Mi rifiuto di permettere che questo sia ciò che diventerò! Un’esistenza grigia, nell’oscurità, a muovere fili costruendo l’illusione che qualcosa cambierà! &egrave inaccettabile, sia per me che per te! E se lo accetti, se non fai nulla per combattere tutto ciò, allora forse la meriti, la vita di cui tanto ti lamenti!-. Fu uno sfogo, forse il più sincero che avessi mai potuto dire di aver davvero avuto. Zhara mi guardò. Paralizzata, improvvisamente sorpresa. Perché quello che avevo detto, l’avevo detto a due persone. A lei e a me. E poi mi abbracciò. Fu qualcosa di inaspettato.
    
    -Ora te ne starai zitto e io mi prenderò ...
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