Blade: Notti insonni
Data: 27/08/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... sai quanto fa schifo ricevere gli ordini da qualcuno che non hai mai visto. Da una leggenda…-, sibilò il tizio. Annuii, non ero nuovo a quel genere di sensazioni. Mi era successo, ma avevo scelto di reagire. A differenza di loro, che erano arrivati al punto in cui la sola reazione possibile era la distruzione. Propria o di altri. -Capisco.-, dissi. Inviai il file audio a Zhara. Puntai la pistola. Lo sgherro sorrise. -Se pensi che lei ti sarà riconoscente ti sbagli di grosso.-, disse. -Infatti. Non lo faccio per lei.-, dissi io. Sparai. Il viso del tizio esplose. -Lo faccio per me.-. Era vero: a differenza loro io avevo deciso, scelto, di non farmi più calpestare. Da nessuno. Stato o uomo. Il telefono vibrò. Zhara. Risposi. -Blade… che diavolo é successo?-, chiese. -I tizi che hai mandato a prendermi hanno deciso di eliminarmi. Credo che dovresti rivedere la lealtà di certi tuoi elementi. In ogni caso depenna questi due.-, riassunsi brevemente. Silenzio. Attonito. -Vieni al Sailor Pub.-, disse lei, -Alle 21.00 di stasera.-. -Certamente.-, dissi io. Chiuse la chiamata. Immaginavo che fosse stata una bella sberla: scoprire che qualcuno intende tradirti non dev’essere bello, nemmeno per una come Zhara. Ma ero sicuro che se la sarebbe cavata.
Arrivai a casa e mi feci una doccia. Uscii e mangiai qualcosa per strada. Mi recai al Sailor Pub alle 21.00. Era un localaccio dove i marinai del 1600 solevano sbronzarsi e andare a donne e ancora c’erano marinai che onoravano tale ...
... tradizione. Ma io non ero lì per bere. Mi presentai al barista. -Zhara mi ha convocato.-, dissi. Lui annuì. Mi indicò una porta con scritto privato. Entrai. Cucine. Passai oltre. Altra porta. L’ultima aveva una finestrella richiudibile a livello del mio viso. Appena arrivai la finestrella si richiuse. Chiusi l’altra porta. E la porta con la finestrella si aprì. In automatico. Era evidente che quello fosse uno dei più importanti rifugi di Zhara. E, a giudicare dalle suppliche che sentivo, era in corso una vera e propria sessione di tortura. L’uomo giaceva a terra con le rotule dilaniate da qualche proiettile. Davanti a lui, c’era Zhara e due Bodyguard. La giovane brandiva una pistola silenziata. Tutta la sua attenzione era rivolta a quell’uomo. Al traditore. -Khalim, pensavo saresti stato più furbo…-, disse. Suonava come una vera e propria lamentela. -Io…-, sussurrò l’uomo, -Ti prego…-. -Dovresti saperlo che non avrai pietà, così come avresti dovuto sapere che tradirmi e cercare di fregarmi il potere non era una buona idea. Lo sapevi, no?-, chiese Zhara. Voce quasi inespressiva. Il panico era prorompente, l’uomo devoveva essersela fatta sotto a giudicare dall’odore. Non sapevo da quanto soffrisse ma sapevo, perfettamente, come sarebbe finita. E non avrei mosso un dito per salvarlo. Se l’era cercata, aveva osato sfidare Zhara. E ora pagava. La giovane puntò la pistola. L’uomo sospirò, iperventilò, implorò con un filo di voce. Lei premette il grilletto. Clack! Il cane batté a vuoto. ...