1. La lunga notte – cap. 4


    Data: 17/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... trovato il reggicalze coordinato. Lo indosso. Apro una busta con dentro un paio di calze chiare, le divido, ne arrotolo una con attenzione, punto le dita dei piedi e la faccio risalire lungo la gamba. L’aggancio, poi l’altra. Un’occhiata allo specchio, mi volto per prendere il reggiseno, poi è la volta del perizoma di risalire le mie cosce, fino ad accarezzare la mia fica rasata. Chiudo i cassetti, apro le ante. Una camicetta bianca, trasparente, poi una gonna di cotone nera e corta, con una balza a pieghe. Metto un paio di scarpe nere con il tacco, poi guardo allo specchio il risultato. Una sola occhiata, se mi guardo un’altra volta non troverei il coraggio di uscire. Dalla consolle in ingresso prendo le chiavi e gli occhiali da sole. Esco, percorro il marciapiedi a testa bassa, sperando di non incontrare nessuno che mi riconosca. Il sole sulla pelle è caldo. Due isolati, poi le scale della metro, scendo verso il buio, devo togliermi gli occhiali scuri. Mi avvicino ad una macchinetta per fare il biglietto. Metto cinque euro e raccolgo dallo sportello quattro biglietti. Era una vita che non viaggiavo in sotterranea, la macchina era un’isola confortevole, comoda nonostante le code, quasi una fortezza inespugnabile per la mia privacy. Proprio quello che non volevo ora. Guardo il ricamo delle linee colorate sul quadro generale, il mio sguardo segue il percorso. Dieci fermate per la Centrale, poi cambio per la linea tre. Altre dodici, per la mia destinazione. Mi specchio nel ...
    ... vetro coperto di scritte a pennarello, cazzi e fiche disegnati qui e là. Con le mani alzo in vita la gonna, così copre a malapena il bordo delle calze. Dasho approverebbe. Mi volto, devo scendere ancora una rampa di scale per arrivare ai tornelli. Chi sale mi guarda con un sorriso, evidentemente il movimento della gonna fa intravvedere il tipo di calze che indosso. Ma non importa.
    
    Ai tornelli c’è coda. Al mio turno inserisco il biglietto, che la macchina mi restituisce timbrato dall’altra parte. Con la coscia spingo il ferro per farlo ruotare, la sua carezza fredda mi dà un brivido. Alzo gli occhi per capire da che parte andare e mi unisco alla folla, ancora una rampa di scala mobile e sono sul binario. Due minuti al prossimo convoglio, i più smaliziati cercano di conquistare la testa o la coda del treno, lì le carrozze sono meno affollate. Io resto più o meno a centro treno, su tutta la lunghezza del marciapiede ci saranno almeno quattro file di persone, dove sono io anche sei. Il treno arriva con uno stridio di freni, lo sbuffo dell’aria compressa segnala l’aprirsi delle porte, mentre la gente si accalca verso le salite. Uno dopo l’altro entriamo, il vagone è veramente pieno e gli ultimi devono aspettare che un po’ di gente defluisca verso il centro. Io conquisto un montante d’angolo nello spazio delle porte, da qui comincia il corridoio che dà verso l’altra carrozza. Qualcuno spinge per passare verso l’altro vagone alla ricerca di spazio. Corpi che strusciano sul mio, mi ...
«1234...7»