Questo sono io - 1. una nuova vita
Data: 14/08/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69
Viaggiavamo verso la capitale in silenzio. Io e mio padre non avevamo un rapporto facile da quando la mamma se n’era andata. Ero piccolo quando è successo e non ho molti ricordi di lei, solo qualche immagine sfuocata dei suoi capelli biondi, la sua pelle chiara e liscia, ricordo che a volte odorava di biscotti quando mi prendeva in braccio. Un po' le somiglio.
“Leo…” Esitò papà alle porte della città. “Non è una punizione.”
Continuai a guardare fuori dal finestrino, ignorandolo. Le chiome degli alberi ai margini della strada erano fuse in una striscia indistinta di verde scuro e il cielo cupo annunciava un temporale.
Iniziò a piovere mentre scaricavo i bagagli dal sedile posteriore dell’auto. Solo qualche lampo illuminava di tanto in tanto le nuvole minacciose sopra la città. Odiavo questo posto.
L’appartamento almeno era moderno e pulito, e molto più spazioso di qualsiasi alloggio studentesco. Anche se lo avrei scambiato volentieri con una topaia se solo avessi avuto scelta. Ma anche se durante gli anni del liceo gli avevo causato qualche “lieve imbarazzo”, come lo chiamava lui, papà aveva programmato la mia vita fin dalla nascita. Avrei studiato legge e dopo sarei diventato un magistrato, proprio come suo padre e suo nonno prima di lui.
“Vedrai che non ti disturberà.” Ripeté papà per l’ennesima volta. “Potrai comunque fare quello che vuoi. È solo per il tuo bene!”
Non avevo intenzione di rendergli le cose più facili e nemmeno lo salutai prima di sbattere ...
... la porta della mia nuova stanza.
“Mi dispiace…” Mi sembrò di sentire dall’altro lato.
Ma era solo un sussurro, o forse lo avevo immaginato. Non mi ero nemmeno accorto di aver trattenuto il respiro finché non sentii la porta d’ingresso chiudersi. Il mio ‘coinquilino’ non era ancora arrivato e l’appartamento sprofondò nel silenzio.
Quattro mesi dopo, a una settimana dal mio diciannovesimo compleanno, superai il primo esame con il massimo dei voti. I colleghi avevano organizzato una serata fuori per festeggiare e io accettai di unirmi a loro volentieri. La facoltà di legge era impegnativa, ma non così male come avevo immaginato e mi ero fatto anche qualche amico.
“Allora, dov’è la festa?”
Mi stavo cambiando prima di uscire, e mi voltai per lanciare un’occhiata di traverso al bel ragazzo appoggiato con noncuranza allo stipite della porta della mia stanza. Non gli risposi. Doveva essere appena rientrato da lavoro perché indossava ancora la divisa, e aveva addosso un vago odore di profumo per auto e sudore. Se ne stava lì a fissarmi mentre sorseggiava una bottiglietta di birra ghiacciata.
Marco ignorò la mia occhiataccia. Lui era il mio coinquilino. Aveva solo qualche anno più di me e non era nemmeno uno studente. Era davvero una guardia, non in senso figurato, era un poliziotto. E ufficiosamente aveva l’ordine di tenermi d’occhio. “Non fare tardi.” Disse in tono freddo. “Fìdati, non costringermi a cercarti.”
Rientrai a casa poco prima di mezzanotte. Marco si ...