Nei panni di mia madre - 3
Data: 12/08/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... piantandomi la mano tra le gambe.
“Ma che cazz …” Sbottò mentre mi spingeva indietro sul pavimento.
“Cristo santo … ma che cosa sei? Porca puttana …”.
Mi sentii sprofondare. Ero stato scoperto.
Il cuore saltò un battito e tamburellò violentemente dentro al petto.
Tolsi la benda.
“È un frocio”. Sussurrò Benito avvicinandosi alla porta per richiamare i suoi amici.
Poi, però, vidi che si fermava, esitava qualche secondo e girava la chiave nella toppa.
Aveva ancora il cazzo durissimo.
Era imponente e il suo corpo nudo era esattamente come lo avevo immaginato: largo, squadrato e compatto.
“Ti sei divertito?”. Mi chiese.
“Non volevo …”. Provai a giustificarmi.
“Ascolta frocio.” Mi interruppe strabuzzando gli occhi. “Adesso hai due possibilità”. Disse. “O chiamo gli altri, gli dico che sei un ricchione e ti gonfiamo di botte”.
“O ti metti a pecora, vestito come una troia, ti sposti il perizoma e mi fai scaricare come cristo comanda”.
E mentre lo diceva mi afferrò i capelli, mi buttò sul letto e mi sollevò la gonna.
“Aspetta …” Provai a dire. “Ti prego non così … è un casino”.
Non riuscivo a sentirmi a mio agio.
Avevo bisogno di essere desiderato come donna, non volevo essere preso in quel modo.
“Stai zitto”. Obiettò lui mentre piegava le ginocchia attorno al mio culo. “Te lo spacco”. Annunciò e cominciò a premere contro lo sfintere.
Il suo uccello era enorme. Non ne avevo mai avuto uno di quelle dimensioni nel sedere.
“Mi ...
... fai male fermati”. Urlai.
“Zitto”. Ribadì lui e, serrandomi una mano sulla bocca, con un colpo di reni fece sprofondare tutta la mazza nel retto.
Sentii che qualcosa si lacerava.
Probabilmente persi conoscenza perché quando mi ripresi il porco mi stava scopando come un animale.
Montava senza sosta, si poggiava sulla schiena per farmi sentire il peso del suo corpo e mi infilava la lingua nell’orecchio.
“Fai presto per favore”. Lo implorai piangendo.
“Sei una cagna”. Ripeteva. “Ti piace il cazzo, eh? … Dillo … Dillo”.
“Si mi piace … Pero vieni, ti prego … vieni”.
Mi colpì con così tanta rabbia che non riuscii a frenarmi.
Urlai per il dolore e neppure le sue dita trattennero le mie grida.
Qualcuno provò a forzare la maniglia. “Che cazzo succede là dentro?” Riconobbi la voce di Fabrizio. “Aprite subito o sfondo la porta”.
Mi sentii sprofondare. “No, lui no”. Pensai.
Benito estrasse l’ariete dal mio culo.
“Cristo!” Imprecò esasperato. “Fammi venire o ti sputtano”. Mi guardava con gli occhi da pazzo. Era sul punto di scoppiare.
“Aprite, ho detto”. Ribadì Fabrizio. “Aprite”.
Stava prendendo a spallate la porta.
Non avevo scelta. Serrai il pesce del toro tra le labbra e gli regalai il miglior risucchio che avesse mai ricevuto.
“Cazzò …”. Sussurrò quasi subito. “Vai così che ci sono …”.
Posò il palmo della mano dietro la mia nuca e mi spinse la nerchia in gola.
“Vengo …” Mugolò a mezza voce. “Vengo …” Ed emise così tanti fiotti ...