1. Nei panni di mia madre - 3


    Data: 12/08/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    Per tutta la giornata non feci che pensare al grosso uccello di Fabrizio.
    
    Avrei voluto serrarlo tra le natiche e sentirlo esplodere dentro di me, ma sapevo benissimo che lui bramava altro.
    
    Sdraiato sul letto fissavo il soffitto e mi domandavo perché avessi inscenato quella farsa. Perché gli avevo fatto credere che ero una ragazza?
    
    Il suo appetito primordiale, il desiderio del maschio per la femmina, il magnetismo con cui mi aveva fissato le cosce mi avevano lusingato e non ero riuscito a mantenere il contatto con la realtà.
    
    “Ho bisogno di scopare”. Mi aveva confessato con un filo di voce e avevo avvertito sulla pelle tutta la sua voglia insoddisfatta.
    
    Dei colpi sordi risuonarono contro la lamiera della roulotte.
    
    La mamma si stava passando lo smalto sulle unghie dei piedi.
    
    “Timoteo!” Disse. E si precipitò ad aprire.
    
    “Buonasera …”
    
    L’uomo brizzolato che, quella mattina, si era presentato come il professor Marinelli indugiava sull’uscio, visibilmente imbarazzato.
    
    “Salve …” Lo salutò la mamma.
    
    Poi, vedendo che lui non parlava, lo anticipò: “Deve esserci un equivoco” Esordì. “Il proprietario del motel non abita qui. Le conviene recarsi in fondo …”.
    
    “Oh, nessun equivoco”. La interruppe lui mantenendo un tono della voce molto basso, come se avesse paura di farsi sorprendere.
    
    “Ah … capisco”. Gli sorrise la mamma. E, rivolgendosi a me, aggiunse: “Leo, perché non vai a fare un giro? Il professore è qui per scambiare due parole”.
    
    Mi sollevai ...
    ... con indolenza e imboccai l’uscita, mentre, soffiando, gonfiavo il chewing-gum e lo facevo scoppiare, proprio davanti alla faccia di Marinelli.
    
    “Ciao”. Gli dissi. “Divertiti”. E scesi le scale del camper, sculettando ostentatamente.
    
    Il parcheggio pullulava di ragazzi e intorno a me si respirava l’atmosfera della gita di fine anno. Le casse pompavano una musica psichedelica e un forte odore di fumo fluttuava nell’aria
    
    “Ehi tu…”. Un giovane allampanato richiamò la mia attenzione.
    
    Aveva i lineamenti del viso molto marcati, il naso aquilino e un pomo d’Adamo particolarmente pronunciato.
    
    Mi guardava insieme ad altri due studenti: un ragazzone robusto, con i fianchi grossi e le guance paffute, e un tipo più defilato, basso e straordinariamente peloso.
    
    “Si, parlo con te …”. Confermò. “Sei di qua?”
    
    Annuii sorpreso.
    
    “Io sono Carmine …” Si presentò il mio interlocutore. “Questo è Benito”. Mi disse, indicando l’amico corpulento.
    
    “E io mi chiamo Stefano”. S’intromise il ragazzo più basso.
    
    Mi limitai a sorridere.
    
    “Ma che c’è lì dentro?” Mi chiese Carmine puntando il dito nella direzione della roulotte.
    
    “Una prostituta”. Risposi seccamente. “Tutti i camper che vedi qui ospitano prostitute”.
    
    “Hai capito Marinelli!” Commentò Stefano.
    
    Carmine mi fissava incredulo. Indugiò sui miei abiti e, infine, domandò: “Quindi anche tu …?”
    
    “Pensano che sia una ragazza”. Mi dissi.
    
    “Certo”. Risposi con naturalezza. “Volete provare?”
    
    I tre si guardarono ...
«1234...»