mamma remissiva 01
Data: 07/08/2020,
Categorie:
Incesti
Autore: mammaavvocato, Fonte: RaccontiMilu
Questo è il racconto di cosa accade a una mia cara … carissima .. amica …
ciao, mi chiamo Maria, ho 64 anni, un fisico e un carattere appesantito dalla vita, come tante donne del resto. mio marito è morto circa 20 anni fa lasciandomi con due figli adulti, uno di 20 anni e l’altro 22. Entrambi una delusione, nessuno dei due realizzato nella vita, solo il maggiore sposato con una donna oscena che gli ha dato due figli. Il minore è ancora a casa che vive con me. La mia giovinezza e tutto il periodo del matrimonio li ho vissuti come un incubo, moglie sottomessa di un uomo autoritario, approfittatore del mio carattere remissivo. Nessun lampo nella vita, nessuna soddisfazione, solo le sue urla dominanti su me e sui figli. Muore circa 20 per un infarto, manco a dirlo. Nessun problema economico evidente, pensione di mio marito e due locali commerciali in affitto come rendita. Rimango a casa con il più piccolo dei miei figli, Enrico. Un po’ di problemi comincia a crearmeli, decidendo di isolarsi dal mondo, non uscendo più di casa, passando le sue giornate guardando il televisore o leggendo libri. Tutto comincia circa 18 anni fa, cominciano le discussioni per spingerlo a fare qualcosa, per dare una regolata alla sua vita, ma niente lo smuove, anzi. Comincia a manifestare le prime similitudini caratteriali con quelle del padre, urla, sbatte, rompe. Poi si pente, chiede scusa, mi abbraccia. Poi si ricomincia, stesso percorso, stesso ciclo. Un giorno, settembre, ...
... pomeriggio, sul finire dell’estate, il motivo della discussione non lo ricordo più, tornò dopo un paio d’ore per chiedere scusa. Ero di spalle che lavavo i piatti, mi abbracciò da dietro e mi strinse dicendomi che ero la sua mamma, che mi voleva bene: solite cose. Le sue mani mentre mi abbracciava finirono sulle mie tette, una quarta abbondante e appesantita, nonostante avessi da poco passato i quaranta. Le sue mani indugiarono leggermente, sono convinta che anche lui non pensò a nulla. Ma tutto cambiò in quel preciso istante, ne sono certa. Riprendemmo il solito menage, dopo qualche giorno, altra lite, accesissima questa volta. Ruppe un vaso da fiori, andò nella sua stanza sbattendo la porta, esagerammo molto con le parole quella volta, ce ne dicemmo troppe. Nel pomeriggio ero in camera che cambiavo le lenzuola al letto, entrò e come sempre tentò di scusarsi, cominciammo a litigare di nuovo, gli dissi che non era un uomo, gli dissi che era un fallimento. Si avventò, mi diede uno schiaffo, poi un altro, mi diede una spinta e mi fece finire sul letto. Me lo ritrovai sopra di me che mi colpiva, mi ritrovai nuovamente succube di un uomo, questa volta violento. Si stese sopra di me. – Ora ti faccio vedere io se non sono un uomo ! Cominciò a sollevarmi il vestito scoprendomi le gambe, si insinuò in mezzo. Mi strappò le mutande, erano vecchie, si strapparono quasi facilmente. Si abbassò il pantalone della tuta da ginnastica che usava in casa. – Che fai ??? Che vuoi fare ??? Fermati !!! ...