Lo scambio
Data: 06/08/2020,
Categorie:
Trans
Autore: Federossetta, Fonte: Annunci69
... mia.
"Grazie" dissi, e lo baciai sulla guancia, ricordandomi la cortesia.
Prima che mi allontanassi, lui prese la mia testa tra le sue soffici mani e portò le mie labbra alle sue.
Chiusi gli occhi assaporando il momento. Quando gli riaprii, i nostri occhi si incontrarono.
"Spero che questo ti aiuti a capire la tua missione." Disse Andrea. E mi lasciò così, con ancora più domande nella mente.
Quella sera andai a dormire presto.
Il giorno dopo sarebbe arrivato il padre di Denise
Sognai tutto quello che avevo fatto durante i giorni in cui ero stato donna.
Sognai la prima scoperta di me stessa femmina, la prima romantica volta in cui ero stata posseduta da Mattia, possente e autoritario. Poi sognai la scuola, le amiche, Cati e l'amore che avevamo provato l'una per l'altra. Sognai Pietro e i suoi amici, che pensando di punirmi, mi avevano aiutato ad aggiustare le cose. Bryan, seducente e "maschio", e infine Andrea, con le sue fantasie e le sue dolci ma saggie parole.
Per ultimo pensai ad Edoardo, e mi svegliai il giorno dopo con le labbra contratte in un bacio immaginario.
Capitolo 13: Scopo Della Missione
Mi svegliai. Mi rigirai nel letto più volte prima di decidere di iniziare la nuova giornata. Socchiusi gli occhi e una luce bianca mi investii.
Incuriosito presi completamente coscienza per accorgermi di essere in un letto d'ospedale. Mi guardai il corpo. Il seno prosperoso e le mani sottili ora non c'erano più. Al loro posto vi era un torace ...
... scheletrico e mani con unghie lunghe.
Ero tornato Federico Fermo.
Denise Melanie se ne era andata.
Doveva essere presto, perché non c'era nessuno nella stanza e nell'edificio regnava una strana quiete.
Buttai la testa sul cuscino e pensai a cosa era successo. Come aveva detto Andrea dovevo aver compiuto la mia missione se mi ritrovavo nel mio corpo. Ma quale era questa punizione era il vero mistero.
Ci lavorano su parecchio per non trovare la soluzione.
Dopo un'oretta mi alzai per lasciare l'ospedale senza essere visto. Camminare era faticoso e ad ogni passo il respiro si faceva affannato.
Ovviamente fui rilevato in poco tempo da sorpresi infermieri che mi internarono di nuovo.
Le settimane che seguirono furono caratterizzate da lunghe riabilitazioni e sessioni da psicoanalisti.
Nessuno credeva al fatto che mi ero salvato e i miei genitori poco cattolici improvvisamente ripresero a frequentare le pratiche religiose. Edoardo non ebbi modo di vederlo neanche di striscio per due settimane e mezza. Pensavo fosse arrabbiato con me, finché un giorno non mi si presentò.
Venne a trovarmi a casa tutta la sua famiglia, più i suoi due fratelli e la sua unica sorella maggiore, che avevo visto già qualche volta.
Da come mi guardarono per tutto il giorno sembravo un appestato, i loro occhi esprimevano una profonda pena. Ormai avevo avuto tempo di riprendermi, per cui stavo meglio fisicamente e psicologicamente. Non capivo il motivo di quell'atteggiamento. ...