1. Startrail con Dolomiti – 4


    Data: 27/07/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... La sentii inspirare profondamente, di certo sicura che si sarebbe ripetuto l’episodio della mattina. Due mie dita scivolarono tra le labbra della sua fica, discostandole. Le feci calare dal clitoride fino all’ingresso del suo utero, da cui usciva desiderio liquido quasi a fiotti, poi risalii fino in cima. Quando ritornai in basso, accompagnai il suo sospiro con uno “scendi ancora”, ripetendolo fino a quando raggiunse la voce che cercavo. – Spero che non abbiamo già finito… – sussurrò con un filo di voce. Mi sporsi per baciarla sulla gola, percependo il suo cuore battere all’impazzata. – Non preoccuparti, è una programmazione lunga… – Menomale – sospirò, con una certa gioia. Mossi ancora le dita tra le sue labbra finché non raggiunse la voce successiva. – Adesso devi girare di nuovo la rotella. – Come? – chiese, mezza stordita dal piacere. – Così – dissi, e le afferrai delicatamente il clitoride, muovendolo tra i polpastrelli. La ragazza trattenne il fiato, chiudendo gli occhi come se fosse stata colta da un capogiro. – Hai capito come? – S… – fece per pronunciare, ma poi disse il contrario: – No. Non trattenni il sorriso. – Te lo ripeto. Lei tremò tutta, poi lanciò un grido roco. Iniziai a temere potesse pisciarsi addosso in uno spasmo di piacere. Forse sarebbe stato meglio terminare la programmazione, prima. Scesi ad accarezzarle l’apertura dell’utero con un dito, avvicinandomi ed allontanandomi in una spirale in senso orario. – Pensi di riuscirci, od ho esagerato? Emma ...
    ... ebbe un tremito, ma riuscì ad allontanare le mani dall’inguine dove sembrava volesse contemporaneamente strappare la mia mano e trattenerla il più possibile. Quando parlò, dalla voce sembrava che qualcuno le avesse iniettato una dose appena insufficiente di anestesia: – Sì… ma lasciami finire… per favore. – Non avevo mai sentito un “per favore” poco convinto come in quel momento. Finii di spiegarle come impostare gli autoscatti di due minuti l’uno. – Così ricordi il procedimento e potrai stupire i tuoi amici con foto incredibili – le dissi. Si era ripresa un po’ rispetto a prima, ma continuavo a tenerla per la vita e a massaggiarla nel sesso bagnato e caldo. Un dito le stava massaggiando l’interno dell’utero da qualche minuto. – Mi sa che ricorderò qualcos’altro, di questa notte – ipotizzò, voltando il capo verso di me. – Qualcosa come questo, intendi? – domandai, sfilandomi da dentro di lei e stringendo nelle mie dita bagnate di desiderio il suo clitoride ormai completamente eretto. Feci un po’ di pressione e lo sfregai con i polpastrelli come se fossi stato intento a cercare una stazione su una vecchia radio usando una manopola. Emma lanciò un grido, le gambe che sembravano collassare tra di loro come due pilastri colpiti da un terremoto, poi una si sollevò e cominciò a pestarla contro il terreno. Dovetti trattenerla per il busto con il braccio libero per non farla cadere, stringendola a me. La ragazza tremava come una foglia mentre la sgrillettavo senza pietà, lei che gemeva ...
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