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Startrail con Dolomiti – 4
Data: 27/07/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... incapace di trattenersi. Un profumo fruttato cominciò a spandersi dalle sue mutandine, mentre la sua voce si faceva roca. Continuai per un buon paio di minuti, poi la sua schiena si arcuò e la sua bocca si aprì per un grido che non le uscì mai. Si contorse per diversi secondi, poi sembrò accasciarsi quasi fosse svenuta, e solo le mie braccia le impedirono di crollare a terra. La presi con tutte e due le braccia, sollevandola, poi l’adagiai sul plaid su un fianco, ancora scossa dall’orgasmo, e le sussurrai in un orecchio: – Lo so, sono un grande stronzo – e la baciai, quindi mi rimisi in piedi, tornando alla fotocamera. Controllai le impostazioni (impostare una lunga esposizione notturna e, contemporaneamente, ditalinare una bionda è una cosa un po’ complicata, almeno per me) mentre mi godevo il nuovo profumo delle dita, quindi premetti il tasto di scatto dopo aver impostato cinque secondi di ritardo. La macchina iniziò a registrare l’immagine mentre prendevo una borraccia dallo zaino. Mi accosciai accanto ad Emma che si stava riprendendo, porgendole l’acqua. – Scusa, – le dissi, ironico, – prometto che non lo faccio più. Lei prese la borraccia e bevve un sorso. Mi lanciò uno sguardo, incerta se chiedermi di darle un altro orgasmo simile o terrorizzata di essere nuovamente travolta da un’emozione di tale di intensità. Presi la bottiglia in alluminio che Emma mi allungò una volta dissetata, la chiusi e la appoggiai un po’ in là. – Adesso che ho visto come vieni quando ti ...
... metto le dita nella passera, sono curioso di scoprire come godi con una lingua che te la lecca, poi mi dici cosa preferisci. Il sorriso che si disegnò sul suo splendido volto fu più eloquente di qualsiasi parola. – Però… beh, dovrei restituirti il favore. Annuii. – Oh, lo farai, non preoccuparti – le risposi, sorridendo e pregustando gli orgasmi che il suo splendido corpo mi avrebbe donato, quella notte. La baciai, e intanto le afferrai il fondo della maglietta e la sollevai. – Non prenderò freddo? – mi domandò, sebbene l’aria fosse ancora abbastanza calda. In realtà, gocce di sudore le colavano dalla fronte. In ogni caso, avevo portato un paio di maglie (anche se credo che lei ci sarebbe stata due volte in una mia), una coperta e alcune di quelle bevande che si scaldavano premendo il fondo della confezione, causando il mescolamento di due sostanze chimiche e lo sviluppo di una reazione esotermica che avrebbe scaldato il liquido edibile: cioccolata calda magica, per intenderci. – No, non preoccuparti – risposi. – Ho intenzione di scaldarti io con il mio corpo. Anzi, aspetta che te lo dimostro. Le lasciai la maglietta addosso ma le sfilai con dolcezza e con una certa teatralità i pantaloncini, gettandoli un po’ in là. Le mutandine, nere, con il pizzo, erano, come mi aspettavo, bagnate al punto da poter essere strizzate. Le baciai sulla macchia, aspirando voracemente con il naso il profumo che ne scaturiva. Emma fu entusiasta dalla mia espressione soddisfatta. – E adesso, se mi ...