1. Travolti da un insolito destino… XXX Parody.


    Data: 16/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Stephan_Zanzi, Fonte: RaccontiMilu

    ... si parò dietro di me, proprio come il giorno prima, ma questa volta non mi spinse nell’acqua, piuttosto iniziò a guardarmi in modo minaccioso, con i pugni premuti contro i fianchi. “Sai cosa mi fa incazzare di te?” mi chiese. “È il fatto che al negozio pretendi da noi che ti si lecchi pure il culo. E sai cosa ti dico? Che adesso me lo lecchi tu, il culo”. “Cosa?! Stai scherzando, vero?”. “Niente affatto” a quel punto si girò e mi diede le spalle e mi trovai il suo morbido culo da modella davanti alla faccia. “Avanti, comincia pure” e si piegò leggermente in avanti, cosicché le natiche si aprirono mostrandomi il suo buchetto stretto del condotto anale. Ero quasi certa che fosse ancora vergine, perché era ben chiuso. E io adesso dovevo leccarlo senza fare storie, perché era quello che mi stava ordinando di fare. E allora chiusi gli occhi, tirai un sospiro e cacciai fuori la lingua, e con la punta mi avvicinai lì in mezzo, lì dove nessuno uomo era mai penetrato (o almeno era una mia impressione, poi chissà, magari il suo fidanzato ci era entrato, ma io non potevo saperlo). In fin dei conti non era proprio un dramma; mi piaceva quello che stavo facendo, e lo facevo volentieri. D’altronde non era la prima volta che lo facevo. Lo avevo fatto anche a Berni, più di una volta, e anche ad altri uomini. E devo ammettere che farlo ad una donna era ancora più piacevole, perché la lingua batteva su una superficie più delicata, quasi liscia come la seta. Provate a farlo ad un uomo, e vi ...
    ... assicuro che la sensazione è completamente diversa. Ma il fatto che non mi andava giù era il ricatto che Barbara mi stava facendo. E io dovevo accettare per forza. Era questa posizione di inferiorità che avevo rispetto a lei a mandarmi al manicomio. Se ne approfittava perché avevo bisogno di lei, altrimenti col cavolo che le avrei fatto una cosa del genere. Comunque ad un certo punto mi disse che poteva bastare, e per non so quale motivo ne avevo ancora voglia, e allora rimasi appiccicata con la bocca al suo orifizio anale, e con le mani mi ancorai ai suoi fianchi e iniziai ad accanirmi maggiormente, succhiando e infilandole la lingua fin dentro, e lei con una mano mi allontanò con la forza. “Eh no, mia cara” mi disse. “Decido io quando è ora di smettere. Lo so che ne vorresti ancora, perché sei una troia. Però decido io quando potrai averne un altro po’”. Così mi allontanai da lei e restai immobile, seduta in riva al fiumiciattolo dove poco prima stavo lavando il suo pezzo di sotto del costume. Mi sentivo sconfitta, per la prima volta nella mia vita. E il bello è che sentivo che mi stava bene così. Sentivo una forma di piacevole sottomissione. Barbara era riuscita a domarmi. Nessun uomo ci era mai riuscito, e invece lei sì. Cosa ero diventata? Il suo giocattolo, con cui poteva fare tutto ciò che voleva. Io sapevo che non avrei reagito. In realtà il giorno dopo provai a reagire. Ebbi uno scatto di ira, e quando mi chiese di lavarle il costume per l’ennesima volta le dissi che ...
«12...567...10»