Travolti da un insolito destino… XXX Parody.
Data: 16/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Stephan_Zanzi, Fonte: RaccontiMilu
... soltanto pensare a guidare l’imbarcazione e a servirci lo champagne ogni volta che ne facevamo richiesta. E devo dire che in questo mostrarono una certa professionalità. Infatti nessuno di loro provò alcun approccio con noi. Riuscirono a resistere in modo magistrale alla tentazione della nostra carne. Ogni tanto la barca si fermava e noi facevamo il bagno, ed era un susseguirsi di tuffi a bomba e scherzi stupidi, per esempio lo spingerci a vicenda in acqua o strappare via i pezzi di costume a chi ancora ce li aveva addosso. Per tutto il tempo insomma cercammo di dimenticarci del nostro lavoro, e devo dire che stava funzionando alla grande, perché nessuna di noi mise in mezzo l’argomento. Poi il secondo giorno della gita, che poi doveva essere anche l’ultimo (in tutto la crociera sarebbe durata due giorni) iniziò la mia avventura allucinante insieme a Barbara. Era successo che avevamo appena finito di pranzare, e io mi ero appisolata cinque minuti, e al mio risveglio le mie commesse non c’erano più. C’era soltanto Barbara che come al solito stava smanettando con il suo i-phone. Era una specie di malattia, la sua. Proprio non ne sapeva fare a meno di quell’aggeggio. Riusciva a starci incollata per giorni e giorni. Le chiesi spiegazioni e lei mi rispose che le altre erano andate a fare un giro con la barca. L’imbarcazione aveva infatti quattro scialuppe con cui si potevano fare delle escursioni. “Ma dove sono andate di preciso?” le chiesi. “Liggiù, verso quelle grotte” mi ...
... indicò un piccolo isolotto dove in effetti c’erano delle piccole caverne scavate nella roccia. “Bene” dissi. “Cosa aspettiamo? Raggiungiamole”. “Preferisco rimanere qui” mi rispose. “E stare incollata a quel maledetto i-phone tutto il giorno? Ma vuoi lasciarlo perdere per una volta? È assurdo, è come se per te non esistesse altro”. “Se permetti quando non sono a lavoro faccio come mi pare”. “Non azzardarti a rispondermi in quel modo. Io ti pago lo stipendio, non te lo scordare mai. E adesso muovi quel culo da vacca che ti ritrovi e salta in una scialuppa”. A quel punto Barbara, un po’ controvoglia, fece come le avevo ordinato. L’equipaggio ci aiutò a calare la barca e feci partire il motore e cercammo di raggiungere le grotte dove si erano dirette le mie commesse. Poi ad un certo punto il motore smise di funzionare, proprio a metà strada tra l’isolotto e l’imbarcazione da cui eravamo partite. Poco male, pensai, tanto prima o poi ci sarebbero venuti a prendere. Intanto però Barbara si diede da fare e cercò di capire il motivo dell’avaria. Tirò la corda del motore centinaia di volte senza alcun risultato. Mi disse che suo nonno era un pescatore, per cui qualcosa ci capiva di quegli aggeggi. E allora cominciò a smontarlo e a rigirarsi i pezzi tra le mani, ma senza trovare una soluzione. Io ammetto che cominciai ad andare nel panico, e allora iniziai a imprecare verso di lei. “Se ci capisci qualcosa, allora fallo ripartire, cretina”. “Un momento Moana, non mettermi fretta. Non è così ...