Travolti da un insolito destino… XXX Parody.
Data: 16/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Stephan_Zanzi, Fonte: RaccontiMilu
... scandendo bene le parole e mostrandomi i denti in modo minaccioso. “Ma guarda cosa mi doveva capitare” urlai. “Su un’isola deserta insieme ad una cretina come te”. “Sai cosa ti dico, Moana? Che mi hai rotto i coglioni!” Barbara a quel punto perse la ragione e iniziò a inveire contro di me. “Non ne posso più del tuo atteggiamento arrogante. Sai cosa sei tu? Sei una puttana industriale e socialdemocratica”. “Non ti permetto di parlami in questo modo! Socialdemocratica io? Attenta a come parli!” le risposi, ma lei mi aveva già voltato le spalle e aveva cominciato a camminare in direzione del bosco. Era molto probabile che le nostre strade si sarebbero divise, e che avrei dovuto badare a me stessa senza il suo aiuto, e lei avrebbe dovuto fare lo stesso. Ma in fin dei conti l’isola non era molto grande, per cui eravamo costrette a incrociarci spesso. Io mi misi a cercare disperatamente qualcosa da mangiare, e lei aveva già risolto il problema costruendosi da sola una canna da pesca, e in poco tempo era riuscita a procurarsi la cena. Era riuscita perfino ad accendere un fuocherello su cui poi aveva arrostito il pesce che aveva pescato. E io guardai, nascosta dietro ad un cespuglio, tutte queste sue operazioni con un tocco di invidia e soprattutto con molto stupore. Non credevo che Barbara fosse capace a fare queste cose. Aveva una capacità di adattamento sorprendente. Io invece ero spacciata. Non sarei mai riuscita a procurarmi da mangiare. “Ma come ci sei riuscita?” le chiesi, ma ...
... sempre rimanendo dietro al cespuglio dove mi ero nascosta. “Dimentichi che mio nonno era un pescatore” mi rispose. “E mi ha insegnato tutto sulla pesca”. “Ti prego, posso averne un po’?” ero molto imbarazzata, perché avevo come l’impressione di chiedere la carità. “Fai come ho fatto io. Procurati una canna da pesca e… buona fortuna”. “Ma non ne sono capace” piagnucolai. “E allora se vuoi il mio pesce devi guadagnartelo”. “Quando ritorneremo a casa ti darò tutti i soldi che vuoi”. “Non mi interessano i soldi”. Allora a quel punto uscii allo scoperto e andai verso di lei. Ero indifesa, e lei invece aveva uno strapotere su di me che a questo punto poteva chiedermi di fare qualsiasi cosa, e io non potevo tirarmi indietro. Avevo i crampi allo stomaco per quanta fame avevo. “E allora cosa vuoi?” le chiesi. Barbara a quel punto si tolse il pezzo di sotto del costume e rimase completamente nuda come me. Vidi per la prima volta che si rasava i peli dell’inguine alla moicana, che era un po’ come facevo io, soltanto che io la facevo alla brasiliana, che era un taglio più deciso e più linearmente uniforme, invece il suo era leggermente più largo sopra. E poi notai che le sue labbra di sotto sporgevano in modo considerevole; ce le aveva carnose, sembrava quasi una ferita aperta di recente, con i bordi che ancora non si erano rimarginati. E mentre ero impegnata in queste osservazioni lei mi gettò addosso in modo sdegnoso il pezzo di sotto del costume che si era appena sfilato. “Lavami le ...