Con il mio amichetto
Data: 13/07/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: pirlino, Fonte: Annunci69
... anche di curiosità inarrestabile. Come capita con le pagine di un libro di fantasmi che non riesci a non leggere, nonostante vorresti smettere.
Qualcosa di spesso e caldo, evidentemente carnoso, mi toccò le natiche. Non mi aveva fatto niente ma saltai in avanti, per l’emozione e la paura.Non c’erano dubbi, capii che la cosa strana che mi aveva sfiorato era il glande di Gennaro, sapevo che quel contatto non doveva succedere.A scuola avevo visto come prendevano in giro i ragazzi che come me avevano ceduto a prenderlo in bocca o addirittura in culo.Gennaro lentamente, ritornò a farsi avanti, di nuovo quella massa calda si poggiò su una chiappa... mi ritrassi, ma di poco stavolta.Che dovevo fare? Avere il suo cazzo poggiato al mio culo era ipnotico e suscitava in me uno strano calore: sentivo le orecchie di fuoco!Gennaro allora mi sussurrò, fievole:
- Stai... stai solo un poco, voglio vedere che si prova.Resistetti al terzo contatto, sperando che la faccenda si concludesse in fretta, non volevo scontentare il mio amico più grande.
Gennarino, evidentemente, ne sapeva più di me.Quando comprese che sarei rimasto fermo, inizio a carezzarmi le chiappe con le dita, picchiettando, carezzando, ma soprattutto scavando nella fessura, fino a trovare il mio orifizio, piccolo ma non piu' vergine.
Ora, con gli anni, posso immaginare perché il suo cazzo divenne così duro e voglioso: il mio ano tumido, le mia chiappe delicate, a stento coperte da una soffice e rada peluria, dovevano ...
... essere un’attrazione appetitosa per la sua voglia di maschio adulto. Infatti, nei giorni seguenti, ebbi modo di comprendere quale impeto e quale foia, lui avrebbe saputo infondere nel nostro rapporto.L’ora tarda e la lentezza carezzevole delle sue attenzioni ebbero l’effetto di rilassarmi. Dovetti pensare che, dopotutto, si trattava solo di carezze, ma molto intime e segretissime; carezze, magari accettabili a causa del nostro legame, del nostro affetto reciproco. Solo che era meglio restassero nascoste, per non dimostrare che anche a noi, veri maschi, piacevano le coccole. Dopotutto, quante volte persino mia mamma, profittando del dormiveglia, mi carezzava il sedere godendone come una Pasqua, oppure mi sbaciucchiava prendendomi in giro?
Così lo lasciai fare, mi abbandonai a una specie di sonnolenza dolce, mentre il piacere diventava di miele e mi godevo tutti quei toccamenti e la fantastica pressione del suo cazzo.Passarono molti minuti, forse anche mezz’ora. Finchè, all’improvviso, scattò l’allarme... ma ormai era troppo tardi. Purtroppo (o per fortuna) non ero più padrone della mia volontà!Ora Gennaro si bagnava le dita, certo con la saliva, e me le ficcava nello sfintere. Non mi faceva male, ma era una sensazione quasi fastidiosa, mi ricordava di quando il fratello del mio compagno di scuola mi aveva rotto il culo pochi mesi prima.
Le dita che si muovevano in me non erano più gradevoli come le carezze, ma ancora subii l’intromissione perché non capivo più niente, e ...