Con il mio amichetto
Data: 13/07/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: pirlino, Fonte: Annunci69
... nella sua carne, mentre muoveva il capo, a volte ripiegato verso giù, come se se la controllasse con lo sguardo, poi verso l’alto, che apriva la bocca come per gridare.Ormai era tardi, avevo sonno.Mentre Gennaro si toccava evidentemente il pene, io mi infilai sotto il lenzuolo leggero. Mentre mi addormentavo, anch’io presi in mano la mia bacchettina, era piccola e dura, come un pastello... proprio come quella vota che vidi mia mamma... che mi toccai e che mi uscì quella fantastica crema bianca.Il giorno dopo lo passammo al mare, come il solito.Quando si mise a giocare a pallone con i suoi amici grandi, mi presentò agli altri e mi fece mettere in porta. Improvvisai dei grandi salti pur di non farlo sfigurare!
Dopo cena, ci ritrovammo nella camera da letto.La casa della sua famiglia, al mare, era a due piani, sotto ci abitavano i suoi. Noi dormivamo nell’appartamento di sopra, soli soletti nella grande stanza del nonno di Gennaro lui nel lettino, ed io nel vecchio letto matrimoniale.- Ormai siete grandi... non avrete mica paura? E poi vi fate compagnia. – disse la mamma, mentre ci faceva i letti, due giorni prima.
Per me era tutto emozionante. Ero felice di stare con loro, di stare al mare, di diventare grande... Quella notte Gennaro venne sul mio lettone, per chiacchierare più intimamente e più a bassa voce...Lo stesso avvenne anche la sera successiva, e mentre parlavamo di scuola e di calcio ci addormentammo, stanchi della giornata di bagni e di giochi.
Doveva essere ...
... notte fonda perché c’era un grande silenzio.Tra veglia e sonno mi resi conto che Gennaro si era alzato e aveva chiuso la finestra, poi, però non andò nel lettino ma ritornò dove dormivo io, ficcandosi a sua volta sotto il lenzuolo.Qualcosa di furtivo nei suoi movimenti mi tenne sveglio, quasi in allarme. Lo sentivo che era irrequieto ma feci finta di dormire: ero un po’ a disagio.Adagiato su un lato (lui stava alle mie spalle) mi sembrava avesse il ballo di san Vito. A furia di girarsi e voltarsi, a un certo punto arrivò a poggiare, delicatamente, il suo inguine al mio fondoschiena. Restai muto: magari era in un sonno agitato e per caso era capitato in quella posizione... anche perché, né parlò, né si scostò, come credevo opportuno.A quel punto mi sentii un po’ perduto in quella stanza buia e, per un attimo, mi vidi solo, lontano da casa e da mamma, in una situazione che all’improvviso sentivo di non saper gestire. Non potevo e non volevo gridare, ma non sapevo nemmeno cosa avesse intenzione di fare il mio amico.
Era sveglio, ormai era chiaro ma, come me, fingeva di dormire. Nel silenzio sentii le sue dita trafficare molto ma molto lentamente con l’elastico delle mie mutande. Non lo agevolai, fingendomi di piombo, eppure a furia di tirare verso il basso, compresi che mi aveva scoperto il culetto, e quasi del tutto. Fui attraversato da un brivido strano, c’era qualcosa di ipnotico in ciò che capitava alle mie spalle, una cosa che mi dava un’emozione mista, come di paura ma ...