1. Con il mio amichetto


    Data: 13/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: pirlino, Fonte: Annunci69

    Ero in vacanza con la famiglia del mio vicino di casa,Gennaro,mia mamma mi aveva affidato a loro perche' per i suoi impegni di lavoro non poteva venire.Avevano una casetta sul mare nel sud della Campania a due ore di viaggio.Arrivammo che era gia' sera e dopo cena andammo a letto.Gennaro era,oltre un amico di giochi,anche il mio idolo,essendo piu' grande di me,mi proteggeva sempre contro i ragazzini che si prendevano gioco di me,chiamandomi femminuccia per il mio look da ragazzina,ero infatti esile,avevo capelli biondi lunghi con boccoli e bellissimi occhi verdi,e poi il mio culetto,che gia' era stato usato ed abusato era il mio pezzo forte.Gennaro, invece, per me, era grande in tutto: sia perché aveva già quasi 18 anni, quindi ben 2 più di me, sia perché, nonostante ormai potesse essere definito quasi “uomo”, accettava la mia amicizia, oltre al naturale rapporto di amicizia familiare.Mi chiedeva spesso se avessi mai visto le tette a mia mamma o alla signora Maria o qualche figa di qualche amichetta a scuola e cio' mi faceva arrossire.Nonostante le sue domande incalzanti su certi argomenti mi mettessero a disagio, non potevo mentirgli; questo in onore del rispetto che provavo per lui! Un bel ragazzo bruno, forte, alto; la sua barba era già dura al tatto.- Beh, sì, - risposi, - ho visto le tette di fuori a Rosalba, la figlia di mio zio Giovanni- Ah, ah... – rise di gusto, - E che cazzo hai visto, quella ha 14 anni.- Beh, un po’ di petto ce l’ha, credimi, ha due cose un po’ ...
    ... gonfie e i cosini.- I capezzoli?- Sì, esatto, i capezzoli: sono come due birilli piccoli e rosa, puntati in avanti.Eravamo nella nostra camera,lui in un letto singolo ed io nel matrimoniale,La lucetta sul comodino era ancora accesa, sott’occhi vidi che Gennaro si agitava un po’ sul lettino, mentre nascondeva la mano sotto la molla degli slip bianchi. Era estate, faceva caldo, e c’eravamo solo adagiati sui letti, in mutande e canottiere.
    
    Per mettermi in mostra di più, aggiunsi.- Però ho visto le zinne di mamma, varie volte...
    
    - Come? Le zinne di zia Gina – si fece più attento.Lui la chiamava zia,solo per rispetto.
    
    - Sì. Dato che il bagno della sua camera è piccolo, quando fa caldo lei lascia spesso la porta aperta, per paura che il vapore la “affoga”, dico. Dalle scale si vede lo specchio della camera, e si vede lei nuda.- Cazzo, me la chiaverei a tua madre, sai.
    
    Non mi ribellai, sapevo cosa significava “chiavare”, e di sicuro Gennaro era un esperto. Chi ero io per contrastare le affermazioni del mio eroe? Infine, l’idea che mio padre diventasse cornuto nemmeno la concepivo e poi, non ero così imbecille da non capire che ciò che desiderava Gennaro era impossibile.Gli raccontai un po’ di mamma, dei suoi grandi seni, del pube scuro e delle natiche accoglienti. Gli dissi persino di quella volta che, seduta sul vaso, aveva aperto le gambe quand’era notte, e papà non c’era. Vidi un largo spacco rosso comparire sotto il pelo della figa. E poi la vidi rovistare con le dita ...
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