Before the White
Data: 06/07/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... un certo punto si era stufato, e il germe di pensiero era maturato, divenendo ipotesi e poi, intenzione, anche se ancora incerta. Con tutta probabilità, la sua fermezza sarebbe stata presto messa alla prova. Quella sera stessa, anzi. Camminò lungo le vie fino a vederle. Donne. Giovani. Di varie etnie. Ostentavano seni prosperosi e un atteggiamento provocatorio. Forzato. Si vedeva. Nessuna di loro voleva davvero essere lì. Erano in tre e, per quanto ci provassero, non riuscivano a nascondere quanto profondamente provassero disprezzo e sofferenza nel fare ciò che facevano. Prostitute. Carne al soldo. In Città ce n’erano anche di volontarie, donne che avevano scelto una vita libera e forse più dura di altre ma non quelle. Loro erano schiave. E il vederle gli scatenò dentro un impeto di compassione. Nessuno badava a loro. C’erano associazioni d’assistenza e cose simili ma coi papponi che giravano col ferro non si scherzava. I bei discorsi e i buoni propositi retrocedevano in fretta davanti al piombo e alle minacce nient’affatto velate di quegli infami. Ergo, le associazioni caritatevoli non avevano ottenuto proprio nulla. Si avvicinò a una di quelle ragazze. Bianca, capelli biondi, occhi color nocciola che cercavano di apparire ammiccanti ma risultavano solo profondamente tristi. Avvolta nel cappotto, rabbrividiva comunque. Evidentemente non doveva essere troppo vestita sotto di esso. -Vuoi compagnia?-, chiese. Frase di rito. Una delle tante. ‘Ti senti solo?’, ‘Vuoi fare ...
... sesso?’, ‘Ti piaccio?’, eccetera. Tutti modi per approcciare un cliente. C’era chi sceglieva un modo invece di un altro ma il fine non cambiava mai. L’uomo le sorrise, incoraggiante. -Quanti anni hai?-, chiese. La giovane disse ventotto. Bugia. Ne avrà avuti venticinque, forse anche solo ventitré o ventidue. Comunque meno di quanti dicesse. Quanti di quegli anni aveva passato lontana da casa? -Faccio di tutto. Normale, coperto, scoperto, orale con ingoio, anale’-, lo diceva cercando di apparire eccitante ma riusciva solo a sembrare triste e demotivata. L’uomo la guardò. -Come ti chiami?-, chiese. -Laura.-, disse lei. Non gli chiese il nome. Non era necessario. -Lo vedo che non ti piace quello che fai qui, Laura.-, disse lui con assoluta calma. Lei fece per negare ma probabilmente si rese conto che non serviva. -Io voglio aiutarti.-, disse lui. La giovane sorrise. E il sorriso divenne qualcos’altro. Un’espressione terrorizzata. L’uomo sentì i passi dietro di sé. -Ehi! Basta con questo salotto! O la paghi e te la scopi o te ne vai!-, esclamò un tizio con un pullover nero, pantaloni jeans, scarpe e lo sguardo da duro. L’uomo esitò. Se avesse messo mano al coltello, nulla sarebbe più stato come prima. Soprattutto, lui non sarebbe mai più potuto tornare a fingere che tutto andasse bene. E non era detto che riuscisse. Forse ci sarebbe morto. Ma entro una certa misura, già lo era. Tuttavia lì, in mezzo a una strada deserta ma alla presenza di ben tre testimoni? Meglio di no. Si scusò e se ...