1. Before the White


    Data: 06/07/2020, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Era iniziata con la rabbia, la stanchezza e un marasma di sentimenti generati da un’illusione infranta. Da una speranza calpestata, da un amore finito. Era iniziata come un germe, in sordina. Embrione d’intenzione tra intenti e pensieri.
    
    La Città era un formicaio, un termitaio fremente di attività, una metropoli in cui i forti schiacciavano i deboli. Da sempre. Ma per chi aveva i soldi, la furbizia, o la ferocia necessaria, quella città poteva divenire un vero e proprio paradiso. Una manna. Ma anche quella regola era sinonimo di fervente e continuo mutamento. Gli equilibri della Città si spostavano in fretta. I boss di oggi divengono i cadaveri di domani. Amen. Per i pezzi grossi il processo era più lento, ma ugualmente funzionante. E più si scendeva, più i tempi del processo si accorciavano. A volte qualche tossico veniva ritrovato cadavere. Altre volte una ragazza usciva, per non fare ritorno. Altre ancora una prostituta coinvolta in un gioco BDSM non urlava abbastanza forte la parola di sicurezza. E tragedie del genere se ne contavano diverse. La polizia non faceva granché e il cittadino medio aveva ben altro a cui pensare. In realtà molti preferivano andarsene da quella Città piuttosto che tentare di cambiare le cose e rischiare di essere i prossimi a venire ritrovati in un cassonetto con una pallottola o due in corpo. La linfa vitale della Città erano i soldi. I soldi, la droga, le donne, armi, organi e quant’altro. E la linfa doveva continuare a scorrere, spesso ...
    ... anche oltrepassando le limitazioni etiche. E così era.
    
    L’uomo espirò. Spezzò la pausa del respiro. Il silenzio lo circondava. Davanti a sé aveva dei guanti e un coltello pieghevole. Dalla punta somigliava a un Tanto, ma era l’unica assonanza con la terza lama dei Samurai. Quello comunque era un coltello di quelli pericolosi. Che si potevano aprire anche con una mano e occultare facilmente. Mise i guanti e infilò il coltello in tasca. Era pronto? Non lo sapeva. Neppure era completamente certo che ciò che stava per fare sarebbe servito ma d’altronde quella era la sola cosa che gli fosse rimasta. Era solo, abbandonato. Quella metropoli gli aveva tolto il passato, le speranze, gli amici e una ragazza che, da sola, rappresentava forse la cosa che più aveva amato a questo mondo. Era solo. E solo sarebbe morto. Ma non senza provare a fare qualcosa. Aveva visto il peggio. Ed aveva aiutato a volte a commetterlo. Ora era tempo che le cose cambiassero. Radicalmente. Calzò le scarpe e uscì. La Periferia in quelle ore tra la sera e la notte fonda era territorio di pusher, prostitute e papponi. Completamente disinteressati a fare alcunché, i poliziotti passavano sulle volanti, inavvicinabili e lontani dalla lordura di quell’angolo d’inferno. In realtà apparivano solo altamente menefreghisti. Tutte le volte che si era rivolto a loro, l’uomo aveva sempre e solo ricevuto spiegazioni soft, promesse di indagini che avevano portato a poco o nessun risultato e totale mancanza di giustizia. Così, a ...
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