Il diavolo e l'acqua santa
Data: 30/06/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Candido1967, Fonte: Annunci69
... monta, il giorno seguente si aggirava per le stanze, con la scusa di aiutare la madre nelle faccende di casa, alla ricerca di qualche traccia di quella notte di eccessi orgiastici. E ne trovò più di una, di tracce, quando ebbe accesso al laboratorio che io usavo per sviluppare le foto scattate. In quel periodo il club prive’ che frequentavamo abitualmente io e Paola, mi aveva proposto di esporre alcune delle foto da me realizzate durante i festini che vedevano mia moglie come protagonista ed io, con qualche velleità artistica, avevo sviluppato diverse immagini, ritagliato particolari anatomici, ingranditi, colorati ad acquarello i bianco e nero delle fotografie ed ottenuto delle opere che avrei proposto alla direzione del club per l’esposizione. Insomma, in quel laboratorio, che solitamente tenevo attentamente chiuso a chiave ma che quel mattino non ricordo perché era aperto a chiunque, di materiale che potesse soddisfare la morbosa curiosità di Dariuz ve ne era in abbondanza.
Ma quel girovagare del giovane per le stanze della villa non era certo sfuggito a Paola che lo aveva tenuto d’occhio con malizia e seguito quando lo aveva visto entrare nel mio laboratorio fotografico.
Poco dopo la vidi arrivare infuriata verso me: “Il ragazzo, il figlio della polacca, è un gran impiccione che ficca il naso dappertutto” mi disse con tono di voce alterato dalla rabbia. “E non solo un impiccione – continuò – ma anche un porco depravato che si fa le seghe sulle mie foto che ruba di ...
... nascosto dal tuo laboratorio”. Sentire mia moglie dare del “porco depravato” a Dariuz solo perché si faceva delle innocenti seghe sulle foto che la ritraevano nuda o coinvolta in amplessi, quelli sì da porci e depravati quali eravamo, mi fece sorridere. Ma tenni per me quel motto di ilarità e finsi di prendere estremamente sul serio le parole di mia moglie rispondendole “Va colto in fragrante, il pervertito e fatto vergognare per quel che fa”, immaginando che umiliare i religiosissimi polacchi con una questione attinente alla sfera del peccato sessuale avrebbe molto solleticato la mente perversa di Paola facendola godere per quella situazione cerebralmente ad alto contenuto erotico.
Così il giorno dopo finsi di dimenticare aperta la porta del mio laboratorio fotografico ed aspettammo che il topo andasse al formaggio. Dariuz non tardò all’appuntamento e quando fu dentro, dopo un paio di minuti, a nostra volta facemmo ingresso in laboratorio per coglierlo con le mani nel sacco. Ma le mani non le aveva propriamente nel sacco: una reggeva un paio di foto che avevo scattato qualche sera prima e che ritraevano Paola mentre si faceva sfondare da due dei nostri amici bull; l’altra mano, abbassati i pantaloni e le mutande, stringeva il cazzo deliziandolo con una sega. Impegnato in quell’attività il ragazzo non si accorse di noi. Paola mi fece cenno di uscire in silenzio. Appena fuori mi disse sottovoce “Vai a cercare la polacca e portala subito qui”. Non mi fu difficile trovarla. ...