1. Il cazzo del signor fabio


    Data: 27/06/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Gay2way, Fonte: Annunci69

    Questa è un racconto che, come il precedente, è solo ispirato a fatti reali.
    
    È estate, e nel pieno di luglio si muore di caldo. Dopo aver lavorato un'intera settimana il sabato mattina è il momento giusto per dedicarsi con calma a un po' di lavori da fare a casa: passare la scopa, riordinare il caos della settimana, fare la lavatrice… Almeno i panni umidi danno un po' di ristoro contro il caldo infernale! Specialmente sul balcone, rivolto a sud, al mattino si muore, ma una volta stesi i panni basta neanche un'ora e già si potrebbero ritirare asciutti.
    
    Prendo la roba con una bacinella ed esco al sole, in occhiali da sole e pantaloncini. In casa sono da solo, quindi sotto non porto neanche l'intimo. I primi tempi mi sarei sentito in imbarazzo a uscire al balcone senza mutande e con solo dei pantaloncini di cotone anche piuttosto larghi, ma da un po' complice l'altezza (sono al terzo piano) e il caldo che impedisce qualunque erezione non mi faccio più alcun problema.
    
    Mi metto al lavoro quando noto un movimento sul balcone dell'appartamento di fianco al mio: alzo lo sguardo e incrocio quello di Fabio, il padre della famiglia che vive qui accanto. Anche lui in occhiali da sole e pantaloncini. Lo saluto con la mano.
    
    "Ottimo giorno per fare il bucato" mi dice.
    
    "Vero. In mezzora è tutto asciutto" rispondo.
    
    Ognuno torna a badare ai fatti suoi. È da molto che non ci incontriamo: nell'appartamento dirimpetto al mio vive una famigliola composta da tre persone (Fabio ...
    ... e Valeria, sposati, con il figlio Davide) e spesso salendo o scendendo ci incrociamo. Non ci siamo mai fermati a chiacchierare se non per due parole di circostanza, ma non manchiamo mai di salutarci.
    
    Mentre sistemo le ultime magliette lo osservo di sottecchi. Con maglietta e giacca mi sembrava avesse una pancia più pronunciata, ma osservandolo a torso nudo Fabio mi appare decisamente più tonico, anche se non scolpito. Una certa pancetta, ricoperta di peluria nera, fa ombra al suo pacco, purtroppo non in vista. Risalgo con lo sguardo, osservando i suoi capezzoli sul petto largo e peloso, sudato tanto quanto le ascelle che di tanto in tanto solleva mettendo in mostra due bei cespuglietti. Il collo è seminascosto da una barba tenuta lunga, nera ma venata di grigio come i suoi capelli.
    
    Mi accorgo che mi guarda. "Tutto bene? Ti serve qualcosa?" mi chiede.
    
    Cacchio, mi sono fermato a fissarlo. Che figura da idiota. Accentuata pure dal mio cazzo che è gonfiato e fa sporgere tutta la stoffa dei pantaloncini! Per fortuna la ringhiera del balcone lo nasconde alla vista… almeno spero.
    
    Penso in fretta. Rischiare? Ma sì, non mi esporrò troppo.
    
    Pesco dalla pila delle ultime cose da stendere uno dei miei tanga. "Sì, volevo chiedere se avevate qualche pinza da prestarmi" rispondo, e lo alzo in modo che sia ben visibile. "Purtroppo ho ancora un po' di questi da mettere… non avevo fatto il conto che con l'ultimo temporale mi sono volate via un po' di pinze!" spiego, con tutta ...
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