1. Il mio unico tradimento a 62 anni e come ci sono arrivata- parte 1


    Data: 25/06/2020, Categorie: Tradimenti Autore: albert1010, Fonte: Annunci69

    ... al suo cazzo lui aveva giocato con le dita con la mia passera , mi sentivo un lago sotto e il “caldo” si era propagato a tutto il mio corpo ; purtroppo la scomoda posizione , disse lui, l’aveva fatto interrompere e fui io ad occuparmi di lui. Il piacere per me quella volta fu solo accennato.
    
    Dopo parlammo un po' e ci accordammo per vederci tre giorni dopo perché disse che aveva degli impegni. Queste sue assenze, non seppi mai veramente il perché, si ripeterono per tutta la nostra relazione. Mi diceva che doveva andare via ed io come una scema innamorata lo attendevo sino a vederlo ai giardinetti allo struscio per fissare un nuovo incontro.. Poi ci si vedeva alcuni giorni di seguito per poi vederlo sparire e poi ricomparire. lo infatuata lo aspettavo fremente mentre si faceva gli affari suoi. Ciò accadde sino a quando, trasferitami a Milano per l’università, con suo grande dispiacere lo mollai.
    
    Pensava che fossi di sua proprietà e che potesse fare di me quello che voleva, come si sbagliava. Mi ero “svegliata”
    
    Sin dalla prima volta decise per me cosa volesse lui; a ripensarci non se darmi della stupida o se giustificarmi per il mio innamoramento e la mia giovine età di allora.
    
    Mi disse al termine della prima uscita che per quando eravamo da “soli” dovevo mettere sempre la gonna e non mettere le mutandine perché gli piaceva pensare che eravamo sempre pronti per amarci e anche lui sotto i pantaloni non avrebbe messo gli slip. Oggi dico che era una stupidata, allora ...
    ... mi sembrò una cosa poetica.
    
    La volta dopo ero con la gonna e le mutandine le avevo tolte, una volta uscita di casa, sotto un buio androne e le tenevo in un sacchettino per rimetterle prima di tornare dai miei.
    
    Si fermò nel primo posto della volta precedente e con la mano tra le mie gambe toccando la nuda passera mi diceva, bellissima, ti amo. Mi stava fregando.
    
    Io avevo in una mano il suo cazzo, non aveva messo gli slip, e lo segavo.
    
    Dopo poco partimmo per raggiungere il “nostro” posto e durante tutto il percorso mi fece tenere il cazzo in mano ed ogni tanto chiedeva che lo baciassi. Io facevo tutto quello che mi chiedeva e durante tutto il percorso il suo pene rimase rigido e caldo e io potei studiarlo in tutte le sue fattezze, In fondo era bello quel quasi cilindro con il cappello a fungo; tenerlo in mano e baciarlo mi piaceva.
    
    Quel giorno stesso fu lui a prendersi la mia verginità nel nostro appartato posto. Ricordo che la gonna non era cortissima, mi arrivava quasi al ginocchio; i miei genitori curavano molto il mio abbigliamento ed obbligatoriamente portavo il reggiseno.
    
    Quel pomeriggio dopo brevi approcci e con difficoltà, la Cinquecento non era il massimo, lui era nudo dalla cintola in giù ed io ero senza reggiseno con la camicetta aperta e senza mutandine, ma indossavo ancora la gonna.
    
    Questa volta fu più attento a me e mi masturbò mentre limonavamo attizzando la mia eccitazione poi, come successe sempre nelle volte a venire, me lo fece prendere in ...
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