1. L’uomo è cacciatore, la donna…


    Data: 17/06/2020, Categorie: Etero Autore: quiora, Fonte: Annunci69

    ... ma finora ha resistito.
    
    Alle dieci di sera, arriva un sms: “Arrabbiato con me?”
    
    “Arrabbiato no, preoccupato sì, non sapendo cos’era successo.”
    
    “Posso chiamarti?”
    
    Di colpo è passata al tu.
    
    “Sì, certo.”
    
    Passa mezz’ora, sempre ad attendere, come se il tempo per lei non contasse nulla.
    
    Arriva una chiamata da un numero anonimo.
    
    “Ciao...”
    
    “Ciao.”
    
    “Non so come scusarmi…ma tu avrai capito.”
    
    “Posso aver immaginato, non so se ho capito.”
    
    “Se non sei arrabbiato, possiamo parlarne?”
    
    “Parliamone.”
    
    “Non dico qui. Puoi venire da me? Sei libero?”
    
    Stefano si sente la gola asciutta. Questa donna lo mette sempre con le spalle al muro. Spiazzante.
    
    “Non è un po’ tardi? Per te, dico.”
    
    “Per me no, anzi. Mi sono liberata adesso.”
    
    “Va bene, arrivo. All’indirizzo che mi hai dato?”
    
    “Si. Ti aspetto. Ma non proprio lì. Prosegui, dopo 200 metri c’è un ristorante. Ci troviamo lì.”
    
    Strano, pensa Stefano, un ristorante aperto un giovedì a metà gennaio, in montagna, arriverò verso mezzanotte. E poi, a far che? A bere qualcosa, tutt’al più.
    
    Si veste ed esce in punta di piedi. La mamma gli farebbe il terzo grado.
    
    La strada gli sembra ancor più lunga della prima volta. La notte è serena, l’asfalto brilla di ghiaccio.
    
    Supera l’indirizzo ed arriva al ristorante, ovviamente chiuso, spenta anche l’insegna.
    
    Messaggia: “Ci sono.”
    
    Nulla. I minuti passano. Dieci, quindici…venti. Il suo nervosismo aumenta, ha voglia di girare l’auto e cancellare ...
    ... per sempre quel numero. Ma resiste al pensiero.
    
    Una mano tenta di aprire la portiera. Eccola. Fasciata in un piumino lungo fino agli stivali.
    
    Si rannicchia infreddolita sul sedile.
    
    “Ciao… lo so che sei arrabbiato.”
    
    “Si vede molto?”
    
    “Si capisce. Ti ho rovinato una serata e adesso ti faccio arrivare fin qui.”
    
    “Non mi hai obbligato.”
    
    “Quindi…pace?”
    
    Stefano non fa in tempo a rispondere. Diana si avvicina e gli stampa un bacio sulle labbra, con una punta di lingua che gliele lascia inumidite. Ma la gola è sempre asciutta. Faticano ad uscire le parole.
    
    “Molto piacevole come saluto…”
    
    “Lo stesso per me.”
    
    “Allora, cosa mi volevi raccontare?”
    
    “Non ha più importanza…credo.”
    
    “Dipende dall’alternativa. Che facciamo?”
    
    “Spostiamoci da qui, andiamo un po’ più su, ti va di guidare?”
    
    Stefano si sente sempre più un burattino nelle sue mani, mentre si rimette in strada. Guida come un automa, cercando di capire cos’abbia in mente quella donna. Ma ormai è diventato secondario. E’ lei che ha deciso tutto, ormai è in ballo, deve accondiscendere.
    
    Mentre salgono, la strada e il paesaggio s’imbiancano sempre più. Proseguendo si arriverà al passo, di là c’è la Toscana.
    
    “Piano, adesso…ci dovrebbe essere una stradina. Ecco, lì…vai a destra”.
    
    La strada è una mulattiera sterrata, Diana gli legge il pensiero, lo rassicura: “Più avanti ci si può girare”.
    
    “Ecco, fermati qui”.
    
    In mezzo al nulla. Un prato su un cocuzzolo, tra neve e stelle.
    
    “Scendo a ...
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