1. Due amiche nei guai (1° parte)


    Data: 12/04/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mads19, Fonte: Annunci69

    ... quel nastro! Tu ci avevi fatto caso che lo portava quando è entrata e che non lo aveva più quando l’abbiamo catturata? Io no, sinceramente. –
    
    – Neanch’io, ma a questo punto, nastro o no, sarebbe cambiato ben poco… L’errore l’abbiamo fatto l’altra volta, quando ci hanno preso in giro con la storia del gatto. Se ce ne fossimo resi conto avremmo preso già allora delle contromisure, invece abbiamo finito per crederci davvero. –
    
    – Sì, è vero. Ma ora è inutile pensarci… Dobbiamo invece capire come liberarci di loro. Se le uccidiamo, poi come facciamo a far sparire i corpi? E poi io sono un criminale, sì, ma non me la sento di ammazzare a sangue freddo due ragazze di vent’anni che potrebbero essere le mie figlie… No, non ce la farei proprio! Maledette ficcanaso… –
    
    Stava cominciando ad innervosirsi oltre misura, al che intervenne il compare: – Stai calmo! Sono d’accordo con te: anch’io non potrei mai trovare il coraggio di ucciderle. Ma da qui dobbiamo portarle via alla svelta! –
    
    Poi si interruppe per un attimo, e dopo qualche secondo di silenzio guardò il suo complice e cambiò espressione, con aria soddisfatta: – Certo che c’è la soluzione! Come ho fatto a non pensarci prima? Ascoltami… –
    
    * * * * * *
    
    Giorgia continuava ad essere in preda ai suoi sensi di colpa: da quando si era trovata davanti la sua amica non faceva altro che singhiozzare e disperarsi, e non riusciva più a ragionare.
    
    Marina invece, pur essendo anche lei terrorizzata e chiedendosi di continuo ...
    ... che fine le avrebbero fatto fare, dopo un po’ riuscì a calmarsi e a smettere di piangere. Cercò allora di mantenere la mente più lucida possibile e di riprendersi dallo shock di essere stata rapita: anche se temeva che con molta probabilità le avrebbero eliminate alla prima occasione, cercava di non pensarci, altrimenti si sarebbe fatta prendere dal panico e le possibilità di uscire vive da quella situazione si sarebbero drasticamente ridotte. Avrebbe anche voluto cercare di tranquillizzare Giorgia, ma quel bavaglio che le premeva così forte sulla lingua non poteva far altro che trasformare ogni suo tentativo di comunicare con l’amica in un inutile mugolio.
    
    Allora lasciò perdere e cercò piuttosto di concentrarsi su come trovare il modo per potersi liberare. Pur avendola legata molto stretta, i banditi avevano commesso il grosso errore di lasciarla lì semplicemente sdraiata sul letto, dove, anche se con difficoltà, poteva comunque sempre muoversi. Strusciò quindi sul materasso, in modo da far sporgere in fuori le gambe e, poggiando i piedi per terra, riuscì abbastanza agevolmente a ritrovarsi seduta sul bordo. Poi, facendo molta attenzione a non perdere l’equilibrio, si alzò in piedi.
    
    Essendo ormai notte la stanza era piuttosto buia, perché la finestra aveva le persiane chiuse, ma quel po’ di luce dell’illuminazione pubblica che arrivava dalla strada e che passava attraverso le feritoie delle persiane stesse, era comunque sufficiente per consentire a Marina di vedere tutto ...
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