1. Due amiche nei guai (1° parte)


    Data: 12/04/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mads19, Fonte: Annunci69

    ... citofono, quando il cancello cominciò ad aprirsi. Le si fece incontro uno degli uomini che aveva visto un mese prima, quando era venuta a salvare Giorgia.
    
    – Buonasera, mi scusi ancora per il disturbo. Stavo cercando… –
    
    – Prego, vieni! – L’uomo le rispose senza neanche farla finire. – La tua amica veramente non è più passata di qui, ma se stai cercando il gatto accomodati pure, almeno finché c’è un po’ di luce… –
    
    – Ah, beh… certo, grazie! –
    
    – Chiamami quando hai fatto, così ti riapro il cancello. Ora devo rientrare in casa. –
    
    Marina entrò nel giardino con poca convinzione: il fatto che i proprietari della casa non avessero visto Giorgia la rassicurava, anche se ora avrebbe dovuto far finta di cercare un gatto che in realtà non esisteva… Di fronte alla gentilezza con cui era stata accolta, però, non se la sentiva di certo di confessare che era stata solo una scusa per togliere l’amica dai guai.
    
    Cominciò a girovagare un po’ svogliatamente fra i cespugli del giardino e mentre camminava notò un pezzo di stoffa abbandonato per terra. Lo raccolse e riconobbe il nastro per capelli che Giorgia indossava quel pomeriggio quando era uscita.
    
    “Allora è stata qui!” pensò. “Ma se non l’hanno vista, quella stupida deve essere pure entrata di nascosto…” E adesso dov’era? Forse era riuscita a tornare a casa, o forse no…
    
    Per un attimo ebbe un sussulto: e se Giorgia avesse avuto ragione? “E ora che fai? Cominci pure te a coltivare fantasie assurde?!” Il pensiero che le ...
    ... paranoie dell’amica stessero rischiando di contagiare anche lei la fece sorridere.
    
    Mise il nastro per capelli nella borsa, senza accorgersi che, dietro una delle finestre della casa, degli occhi sinistri la stavano spiando e avevano visto quello che aveva scoperto… Il rischio che stavano correndo era troppo alto: avrebbero dovuto rimediare, e in fretta.
    
    Marina pensò che era stata fin troppo nel giardino della villetta, e poi cominciava ad essere buio. Si diresse verso la casa e chiamò l’uomo che l’aveva fatta entrare, per farsi aprire il cancello, ma nessuno rispose. Si avvicinò allora al portone di casa e notò che era leggermente aperto. Bussò.
    
    – È permesso? – chiese. Di nuovo nessuna risposta.
    
    Aprì la porta e decise di entrare. Si ritrovò in un piccolo ingresso, non molto illuminato, su cui si affacciavano varie porte e una scala che portava al piano di sopra. La stanza era vuota.
    
    – C’è nessuno? – chiese di nuovo ad alta voce. – Il gatto non l’ho trovato, ma ora devo andare. Potete aprirmi il cancello per favore? –
    
    
    
    5.
    
    Giorgia si calmò e smise di piangere. Le lacrime non sarebbero servite a nulla; piuttosto doveva tentare di liberarsi. Le avevano legato le braccia dietro la schiena, ma forse muovendo i polsi poteva riuscire ad allentare un po’ i nodi delle corde.
    
    Provò più volte, ma fu del tutto inutile. Muovendo i polsi in quel modo non faceva altro che strusciare le corde sulla pelle, aumentando il dolore che, strette com’erano, già le stavano ...
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