1. Musica e amore fra balconi


    Data: 15/06/2020, Categorie: Etero Autore: Pillonamanna, Fonte: Annunci69

    ... concentrata sulla canna e sul panorama, e la cosa non mi dispiaceva affatto.
    
    Non ci fu una parola, ma quel gioco di sguardi ne valse più di mille. Era come se fra noi si fosse creato un sottilissimo filo rosso d’intrigo che partiva dallo stomaco e finiva sulle labbra, che non volevano parlare per paura di spezzarlo, e che ora la notte e l’ebbrezza dell’erba avvolgevano come un caldo drappo di seta.
    
    Sempre senza parlare, Rita fece l’ultimo tiro, spense la canna e imbracciò la chitarra.
    
    Dopo qualche accordo iniziò a intonare una lenta canzone che non avevo mai sentito, era in spagnolo e aveva una melodia misteriosa e ipnotica che ricordava quasi l’antica musica di qualche tribù sudamericana, e senza neanche accorgermene iniziai ad accompagnarla col ritmo dei miei bonghi: le mie mani si muovevano da sole.
    
    La guardavo incantato mentre cantava con gli occhi chiusi, e mi trovai a invidiare profondamente la chitarra che imbracciava, posata sulla sua gamba, e su cui muoveva dolcemente le dita al ritmo della sua voce.
    
    Suonammo per non so quanto, mi sembrava di aver perso la cognizione del tempo. Lei continuava a cantare passando per i generi più diversi: dal blues, al soul alle canzoni popolari italiane.
    
    Al termine di una famosa canzone di Lucio Dalla posò la chitarra e mi sorrise: - Lo vedi che facevi il modesto? Sei davvero bravo a suonare!-
    
    Io risi e le risposi imitando un tono da poeta: – Sì, ma il merito è tuo mia adorata, mi hai fatto da musa ...
    ... ispiratrice-.
    
    Lei rise e mi mostrò il dito medio.
    
    Ridemmo di nuovo entrambi e ci fu nuovamente un momento di silenzio in cui i nostri sguardi si incrociarono. Parve durare un’eternità.
    
    Fu lei a romperlo dicendomi: - beh so che il grande fratello Giuseppe Conte ci sta guardando, e anche se non dovremmo te lo chiedo lo stesso: vuoi violare la quarantena e venire a bere una birretta qui da me?-.
    
    Il mio cuore prese a battere velocemente: l’avrei incontrata, avrei messo piede nel lontano pianeta “balcone accanto” abitato dalla ninfa con la chitarra, che fino a quel momento era sembrata solo un sogno. Era come se tutti i miei sensi si fossero risvegliati e si fossero amplificati a mille.
    
    -Beh, se non sbaglio l’ultimo decreto non dice nulla contro le birrette fra vicini di balcone, dunque accetto volentieri la sua offerta- le risposi.
    
    Andai un attimo in bagno per pisciare (e mi lavai le parti intime con tanta cura che mi parve quasi un gesto scaramantico portafortuna) e uscii nel pianerottolo.
    
    Lei mi aspettava sulla porta, mi salutò con due baci sulle guance e mi invitò ad entrare.
    
    Il suo profumo che avevo sentito in maniera sottile dal balcone ora era così intenso che pareva avvolgere tutta la casa, sembrava di essere davvero in un altro pianeta, con un’atmosfera tutta sua molto più densa di quella terrestre.
    
    Mi invitò a sedermi in cucina e tirò fuori due birre fresche dal frigo.
    
    Iniziammo a bere e a parlare un po’ delle nostre vite: cosa facevamo, dove studiavamo, ...
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