Una vedova insaziabile
Data: 09/06/2020,
Categorie:
Etero
Autore: edipo46, Fonte: Annunci69
... metà bottiglia emise un lungo “ahhahahahahha” liberatorio e restò ferma con quella bottiglia per metà ancora conficcata dentro di sè. Poi se la tirò fuori e per qualche istante vidi una voragine in mezzo alle sue gambe, una fregna così dilatata non l’avevo mai vista e lei mi disse:
“Vedi con questo ti ho voluto dimostrare che non devi avere un cazzo grosso per far godere una donna, io ho goduto come una assatanata con il tuo cazzetto e ho provato solo un semplice brivido con una bottiglia, l’importante è sapere come e dove scopartela”
Quella fu una bella lezione sinceramente. Da allora la chiamai sempre zia, ed ogni volta che la incontravo o l’aspettavo per le scale, era come l’assalto alla diligenza, le mettevo le mani dappertutto e lei non riusciva a bloccarle e, siccome questo le dava fastidio, mi sgridava sempre e minacciava di punirmi. Ma io del tutto incurante continuavo a martoriarla fino a quando non sentivamo qualcuno avvicinarsi, poi però lei faceva passare anche tre settimane prima di fare sesso; era il suo modo di punirmi perchè non le avevo obbedito.
Un giorno, dopo la terza settimana che non mi degnava neanche di uno sguardo, mi decisi e andai a suonare alla sua porta, pensando che, se c’era qualcuno, avrei sicuramente trovato una banale scusa. Ma quando apri la porta portava una vestaglia che la copriva fino a poco sopra il ginocchio: faceva trasparire il suo seno enorme pieno e morbido, quelle gambe grosse ma non troppo smagliate, i capelli erano ...
... raccolti dietro, il suo viso paffuto ma non privo di bellezza e le labbra carnose. Mi fece entrare, mi offrì un caffè e, piegandosi per raccogliere un nuovo pacco di zucchero, potei scorgere meglio il suo sedere, enorme e morbido, quanto mai invitante. Ebbi la mia solita erezione e il desiderio di immergere la mia lingua nel suo culo e di essere scopato in bocca dalla sua fica. Avevo un debole per quella donnona. Continuavo a guardarla e desiderarla, e lei:
“Cosa c’è? ”
“No, niente.”
“Dai, dimmi.”
“Ecco, ti sembrerà strano… ma sono un po’ stanco di te”.
Al che lei mi guardò un attimo stupita, poi mi rispose con un sorriso beffardo:
“Ma davvero?....”.
Ci guardammo alcuni secondi, poi mi lanciai a baciarla sulla bocca. Ci baciammo impetuosamente, le lingue a mulinare, la saliva che usciva dalle nostre labbra e ci rigava il mento. Le strappai la vestaglia sul petto, infilai le mani e cominciai ad estrarre quei meloni, a tenerli su e a succhiarli, a massaggiarli le aureole e a prenderne il più possibile in bocca. E lei:
“Sì, ah sì, così, bravo….. non mi pare proprio che ti sei stancato!”.
Dopo poco scivolai giù tra le sue gambe, lei era in piedi con le spalle al muro della cucina, tirai giù le mutandine e continuai nel mio sogno: sprofondare in una fica immensa! Leccavo il clitoride, con le mani allargavo la fregna, poi immergevo la lingua più che potevo. Ad un certo punto, le presi le sue mani e le misi sul dietro della mia testa e lei:
“Oh sì, ti ...