Amanda e il suo padrone (3a parte)
Data: 26/05/2020,
Categorie:
Trans
Autore: StellaTroia, Fonte: Annunci69
... da lui e temevo di dare spettacolo nei bagni.
In quell'istante mi si accese una lampadina.
"Oddio...il plug!"
Ricordai in quel momento che non l'avevo indossato quella mattina, era nel mio zaino che fortunatamente avevo con me e quindi mi affrettai, entrai in bagno e, molto velocemente me lo infilai nel buchetto.
Era proprio come avevo immaginato. Giacomo stava aspettando me, era li vicino ai lavandini facendo finta di sistemarsi la cravatta.
Mi guardò con uno sguardo cupo, serio, quasi incazzato. Mi prese con un braccio e mi spinse nel bagno da cui ero appena uscita. Fortunatamente eravamo soli in quel momento.
Mi bloccò con il braccio da dietro e in un orecchio mi disse "hai messo il plug troia?"
"Certo Padrone, ho fatto come hai detto, lo porto sempre, l'ho messo stamattina" ovviamente speravo mi credesse. Allora lui mi infilò una mano nei pantaloni per assicurarsi che non gli stavo dicendo fesserie e mi disse "Bene, brava la mia troia ubbidiente, devi tenerlo sempre ogni volta che puoi e adesso puoi"
Con quel coso nel culo non era facile per me muovermi normalmente, in privato era diverso perché potevo ancheggiare e fare la troia ma in pubblico non era assolutamente semplice camminare e fare finta di niente.
Fortunatamente era ora di partire, ci stavamo imbarcando e almeno per qualche ora avrei potuto stare seduta.
In aereo avevo preso posto vicino al finestrino e Giacomo a fianco a me mentre Giulio era nella fila avanti.
Il bastardo mi ...
... guardava con il suo solito sorrisino che voleva dire tante cose. Era contento, soddisfatto di me e della mia ubbidienza. Era contento di vedermi impacciata con il plug infilato nel mio culo.
Con estrema disinvoltura appoggiò una mano sulla mia coscia e mi massaggiava in modo virile ma affettuoso quasi.
Lui era così, totalmente stronzo e bastardo ma di pari molto premuroso nei miei confronti. Era un modo per farmi capire che io ormai appartenevo a lui ma anche che lui teneva a me e quindi era un modo per rassicurarmi.
Stando seduta, il mio culetto si era adattato alla presenza del plug e quasi diventò piacevole tenerlo dentro tanto che in alcuni momenti muovevo il bacino per sentirlo meglio.
Giacomo mi guardava e sorrideva, come se avesse il potere di leggere nei miei pensieri, avvicinandosi mi sussurrò "Zoccola, di la verità, ti piace eh?"
Gli sorrisi e mi girai a guardare le nuvole fuori dal finestrino perché intanto eravamo già in volo.
Dormii tutto il tempo.
Arrivati a Napoli, Giulio ci salutò velocemente e si affrettò ad uscire dall'aeroporto perché c'era la moglie che era venuto a prenderlo.
Rimanemmo soli io e Giacomo.
Lui aveva la macchina nel parcheggio e quindi gli chiesi un passaggio per la stazione per prendere la metro, volevo tornare il prima possibile a casa.
Giacomo invece insistette per accompagnarmi lui a casa.
Durante il tragitto diventò molto serio e cominciò a parlare di cosa si aspettava da me, qual'era il ruolo di una ...