Al supermercato.
Data: 20/05/2020,
Categorie:
Feticismo
Masturbazione
Autore: Laura151079, Fonte: xHamster
... andava bene lo stesso, l'importante era stare insieme a lui. Uscire con un uomo, fare qualcosa, non essere sempre rinchiusa in casa.
Non che non lo potevo fare durante la settimana, ma non puoi sempre uscire con amiche, anche perchè ognuna aveva delle esigenze diverse.
Chi era fidanzata, chi era a caccia di uomini o che era mamma, insomma non rispecchiavano mai le mie esigenze. Cosi alla fine non uscivo mai.
Non mi ero cambiata di abito. Mi vedevo particolarmente accattivante con quel vestito ma soprattutto in cuor mio mi sarebbe piaciuto ripetere dal vivo quello che avevo immaginato con Antonio.
Insomma essere presa in quel modo.
Conoscevo bene Raul, infatti eravamo andati in pizzeria.
Ma era stranamente pieno di complimenti.
"Come sei bella, come sei sexy" tutto andava alla perfezione.
Nel tornare a casa già in macchina la sua mano si era infilata tra le mie cosce.
La mia passerotta era bagnatissima. Entrati in casa non avevamo fatto in tempo a chiudere la porta che già avevo la gonna alzata e il suo uccello che si strofinava sulla passerotta ancora coperta delle sue mutandine.
"Andiamo in camera" aveva proposto Raul.
"No. Prendimi qui, così in piedi, mi piace un casino"
Non se l'era fatto ripetere, eravamo rimasti in piedi, mi aveva spostato l'elastico delle mutandine e strofinava un uccello duro come il marmo tra le labbra della passerotta.
Attendeva a prendermi. Strofinava il suo uccello e la passerotta sembrava quasi aprirsi in ...
... ogni suo strofinamento. La sentivo proprio aprirsi in due.
Avvolgevano vogliosamente il suo uccello che con la punta entrava leggermente dentro ma subito si ritraeva. Raul continuava a strofinare contro la passerotta ormai bollente senza prendermi.
Ogni volta che la punta dell'uccello mi penetrava leggermente io spingevo verso di lui per guadagnare qualche centimetro, ma lui non spingeva. per quasi dieci minuti avevamo continuato così.
Ero al limite, stavo già venendo così.
Appena gli avevo detto "dai prendimi non ce la faccio più" mi ero sentita trafiggere.
Un uccello che spingeva quasi a soffocarmi.
Spingeva con ritmo veloce su e giù, su e giù, su e giù. Un ritmo bellissimo, per era un orgasmo prolungato. Sentivo che anche lui era ormai al limite.
"Aspetta a venire" gli avevo detto.
Mi ero inginocchiata davanti a lui, con la bocca aperta strofinavo l'uccello di Raul a dieci centimetri di distanza. Volevo il suo nettare.
Raul non credeva ai suoi occhi, non l'avevamo mai fatto così.
Cercava di trattenersi mentre io aumentavo il ritmo con la mano.
"Dai amore schizza, dai vai schizza, amore schizza"
Era al limite ma riusciva a trattenersi.
Nel frattempo l'altra mia mano sgrillettavo la passerotta, cercavo di trattenere anch'io l'orgasmo per averne uno simultaneo.
Ecco Raul stava per venire e mentre godevo come una porcellina avevo aperto ancora di più la bocca.
Un'attesa che sembrava lunghissima, quasi mi faceva male la mano a furia ...