Verità e fantasie di un quattordicenne
Data: 08/05/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69
... di tutto e di tutti ha influito sul mio orientamento sessuale è stato mio padre. Ero innamorato di lui, il mio grande desiderio era compiacerlo per riceverne non solo affetto ma anche attenzioni fisiche, baci, abbracci, carezze. Di solito sono le femmine che si innamorano del padre e i maschi della madre e la cosa è anche reciproca. Infatti, mia madre stravede per me. Io però cercavo sempre un contatto con lui, da piccolo volevo stargli sempre in braccio e man mano che diventavo più grandicello, sono passato, dallo stargli seduto su una gamba o a cavalcioni, ad incunearmi tra le sue gambe, stando in piedi. Lui non protestava, anche se capivo che qualche volta voleva allontanarmi, ma non faceva e diceva niente, era mia madre invece che seccata interveniva.
- E gli stai sempre addosso e lascialo in pace.
Io non ci vedevo niente di sbagliato. Quella mia voglia di avere un contatto stretto era frutto del mio desiderio di appartenergli, mi attaccavo al suo corpo per fondermi e compenetrarmi con lui. Man mano che i miei anni aumentavano e con essi la malizia, nel prendere coscienza del mio corpo e della sessualità che cominciava a manifestarsi, mio padre o meglio il corpo di mio padre diventò il metro di paragone. Volevo essere come lui, volevo sapere come sarei diventato da adulto e il mio interesse si incentrava sul suo cazzo, volevo vederglielo per sapere, allora che il mio cazzo era così piccolo, come sarebbe potuto diventare da adulto. Sapevo però che era proibito, è ...
... peccato grave, gravissimo, interessarsi sessualmente al proprio padre, per cui spostai il mio interesse su altri maschi. E li cercavo e trovavo al circolo sportivo, dove, diventato un po' più grande, cominciai ad andare anche da solo. Vi andavo a raccogliere le palle alle partite di tennis, prima solo se giocava mio padre, poi anche i suoi amici. Ogni minuto libero lo trascorrevo lì.
Mi vedevo al centro del cerchio con quei maschi adulti intorno a me, che non erano più anonimi, ne conoscevo i nomi o avevo dei riferimenti per distinguerli. Non mettendo tra loro mio padre, mi sentivo più libero di dare sfogo alla mia immaginazione. Con l’aumentare degli anni, crescevo in altezza e si alzava anche la zona delle cosce dove le mie mani andavano a toccare. Le mie dita non più tanto piccole salivano sempre un po' più su e si insinuavano tra la pelle e la stoffa dei pantaloncini corti e ampi, non attillati come adesso. Si infilavano come serpentelli sinuosi e delicati dentro le mutande e lì trovavano un fitto bosco di peli. Toccando, toccando guardavo sì dove mettevo le mani ma anche chi stava ricevendo le mie attenzioni per studiarne la reazione. Quel trattamento non lo facevo a tutti. Tra i frequentatori del circolo c’era chi mi stimolava e chi no. Mi attiravano quelli che avevano il corpo massiccio, scuri di pelle, il pelo folto, liscio e nero. Quando analizzai con più attenzione questi particolari e mi resi conto che mio padre li aveva tutti, ne rimasi turbato, perché capii ...