Il tormento di un padre
Data: 08/05/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... spaventato alla stanza di mio figlio.
Neppure nei miei incubi peggiori avrei mai potuto immaginare lo spettacolo che mi si parò davanti.
Il sangue mi si gelò nelle vene.
Il marcantonio giaceva completamente nudo sul letto di Annibale con le braccia e le gambe allargate a forma di croce.
L’uomo era chiaramente un mio coetaneo, più vicino ai cinquanta che non ai quaranta.
Ciononostante, l’altezza, la stazza importante, le spalle larghe e i pettorali definiti ancora ne facevano un maschio attraente.
Aveva il volto rivolto verso il soffitto, le labbra socchiuse e lo sguardo estasiato dalle attenzioni che mio figlio gli stava riservando.
Annibale, infatti, era accovacciato tra le sue cosce taurine.
La pelle brillava come porcellana nella luce soffusa della stanza e il profilo sinuoso, la linea morbida delle reni e i glutei torniti completamente inarcati si stagliavano contro la parete azzurra.
Le dita sottili scorrevano sui quadricipiti del porco e s’ impigliavano nella peluria abbondante, mentre la piccola bocca imberbe serrava l’asta marmorea e la succhiava come un’idrovora.
Il silenzio tombale era rotto dal respiro affannato del satiro e un gorgoglio di saliva promanava dalla gola del mio bambino.
Mi sentii mancare la terra sotto i piedi.
Dovetti appoggiarmi allo stipite della porta per non cadere.
“Hai un cazzo buonissimo, buonissimo”. Mugolò mio figlio. “Beata tua moglie, Alessandro. Sa ancora di fica … Mmmh … Mmmh …”.
E intanto passò ...
... la lingua sui coglioni gonfi dell’uomo, la lasciò scivolare lungo l’asta e tornò ad attorcigliarla attorno al glande violaceo.
“Che cagna sucapesce!” Rispose lo stallone con un forte accento napoletano.
“Leccami i piedi scrofa. Ahhh … brava … brava …!” Lo blandì. “Guarda quanto me l’hai fatto intostare. Guarda.”.
Con la bocca piena dei suoi grossi alluci, mio figlio fissò estasiato il totem di carne del maschio, contemplandolo come se fosse lo scettro di una divinità.
“Sali ora”. Gli ordinò il maiale. “Così. Lecca le cosce. Sali …!”
E, prima che Annibale potesse indovinare le sue intenzioni, sollevò le caviglie, afferrò i capelli del ragazzo e, tirandoselo a sé, gli affondò la faccia in mezzo ai glutei, costringendolo a leccargli il buco del culo”.
“Brava zoccola, lava! Lava!” Urlava serrando le cosce attorno alla nuca. “Aaaaah …. Ahhhh”
Il ragazzo sapeva cosa fare perché, mentre la sua bocca di pesca si dedicava allo sfintere peloso del toro, la manina si stringeva attorno alla nerchia di ferro e si prodigava in una masturbazione dal ritmo serrato.
Il montone era totalmente in estasi ed emetteva gemiti scomposti di piacere, riversando la nuca all’indietro sul cuscino e sgranando gli occhi verso il soffitto.
La lingua di Annibale doveva esse magica perché, ad un certo punto, completamente fuori di sé, il maiale non riuscì più a trattenersi e, montato in piedi sopra al letto, posizionò le cosce attorno al sedere di mio figlio.
In quella posizione ...