Ognuno per la sua strada 1
Data: 07/05/2020,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
Da ormai dieci anni mi ero trasferito in città, favorendo il desiderio dei miei genitori che mi volevano laureato e sistemato, nell’ordine naturalmente; ce l’avevo fatta e, a trent’anni, avevo ormai un piccolo prestigio come avvocato con un piccolo studio in centro; naturalmente, agli occhi di mio padre e col metro di valutazione dei paesani, ero un uomo di grande successo e quindi in grado di aiutare giovani talentuosi che volessero fare lo stesso percorso.
Una delle ultime volte che ero stato a trovare i miei, mi avevano fatto parlare con un contadino vicino di casa la cui figlia pareva che avesse difficoltà a trovarsi una sistemazione in città dove si era iscritta al secondo anno di Giurisprudenza; fu per questa sorta di ‘nomina’ a tutore che conobbi Palmira, dieci anni meno di me ma tutt’altro dalla paesanotta imbranata e candida che mi avevano rappresentato i discorsi di affidamento; la incontrai ad un bar frequentato da studenti universitari.
“Ciao, sono Paolo; tuo padre di avrà detto di me … “
“Ciao, io sono Mira; solo tu sai che il nome vero è Palmira; ti prego di tenerlo per te; mi hanno detto che hai uno studio da avvocato e una bella casa in centro … Potrei venire a stare con te?“
“A tuo padre cosa racconti, poi?”
“Tu racconti ancora le tue cose a mamma e papà?”
La testa mi suggeriva di lasciarla lì e di non prendere nemmeno contatto; dieci anni di differenza di età sono troppi, per potersi capire; e quella ragazza dava la sensazione di avere già ...
... scelto la sua vita; dall’altra parte, il rispetto e la stima per suo padre, oltre all’autentica devozione per i miei genitori, mi imponevano di non deludere la loro fiducia; a rovinare la festa c’era il comportamento di lei decisamente provocatorio e la reazione del mio fratellino di fronte a una bellezza prorompente.
Le dissi che si poteva anche fare, a patto che si fissassero dei paletti assai precisi, per cui ero solo il suo tutor per gli studi di legge e che il suo comportamento non offendesse me o la casa dove voleva venire a stare; mi assicurò che non avevo nulla da temere e che la sua disinvoltura non significava libertinaggio; a meno che non fossi un autentico talebano, legato mani e piedi a sistemi e valori atavici propri del paese.
Portò a casa mia pochissime cose, quelle che possedeva; intenerito, l‘accompagnai a fare un po’ di spese per se stessa e per lo studio, che avrebbe occupato col suo tavolo di lavoro, con la massa di libri che saccheggiò volentieri dalla mia fornita biblioteca e con un divano che diventava agevolmente letto abbastanza ampio; non smetteva di guardare ogni singolo particolare della casa e più volte mi abbracciò felice; le raccomandai di non provocare, ma mi baciò con voluttà.
“Mira, se superiamo un certo limite, ti ho già avvertita che mi piacciono le situazioni chiare … Io ho dieci anni più di te e non sono in grado di capire o di accettare certe scelte che a te possono apparire normali; se scatta tra noi qualcosa più del rapporto ...