Lupo rosso - 1
Data: 04/05/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... temere: ti ho scelto per me, sei al sicuro. Terrai in ordine la mia tenda e le mie cose, terrai lucide le mie armi e terrai caldo il mio letto di notte. Questo sarà il tuo dovere.”
Non aggiunse altro, non ce n’era bisogno.
Confuso com’era dal sollievo di non finire sacrificato a qualche dio pagano, Ethwood capì fino ad un certo punto le richieste del suo nuovo padrone, ma fece cenno di sì, quasi incapace di parlare.
A quel punto:
“Vai al fuoco e prenditi da mangiare, - gli disse l’uomo – poi torna qui ad aspettarmi, quando avrò bisogno di te.”
Detto questo, rivestì la pelle di lupo e uscì per raggiungere i suoi guerrieri.
***
La notte era fonda e gli schiamazzi attorno ai fuochi si andavano spegnendo. Ethwood aspettava col cuore in gola il ritorno del padrone: sensazioni diverse si accavallavano nel suo animo, ma a prevalere era il terrore. Per quanto benevolo gli si fosse mostrato, era pur sempre lui, il feroce guerriero Lupo Rosso, il cui solo nome faceva sciogliere le budella. E adesso era il suo padrone. Invano cercava di controllare il tremito delle mani, se era vero anche solo la metà di quanto aveva sentito raccontare dai fuggiaschi giunti all’abazia, forse sarebbe stato meglio per lui rimanere ucciso durante la razzia… quale sarebbe stato il destino, adesso? il norreno gli aveva detto di non aver paura… ma c’era da fidarsi di un selvaggio senza Dio?
Era nel pieno di questi cupi pensieri, quando la tenda si aprì e Dagmar Rotwulf fece il suo ...
... ingresso. Alla fioca luce dell’unica torcia, appariva ancora più imponente. Ethwood si rannicchiò nell’ombra, sperando forse di passare inosservato; Dagmar si tolse la pelle di lupo, si sfilò le brache di pelle, restando nudo, e giratosi verso di lui:
“Vieni, ragazzo.”, gli ordinò con voce ancora ferma, nonostante la quantità di vino che doveva aver bevuto.
Ethwood si alzò e si avvicinò piano, evitando di guardare la nudità dell’uomo che intanto si era sdraiato sul giaciglio di pelli e si lisciava le prebende già in semi erezione. Quando fu vicino:
“Qua”, gli fece l’altro, battendo con la mano accanto a lui.
Esitante, il ragazzo si sdraiò al suo fianco, stringendosi addosso la veste. Dagmar si girò verso di lui e allungò la mano per carezzarlo. Il ragazzo si tirò indietro, con il terrore che urlava negli occhi sbarrati.
“Non aver paura… - mormorò Dagmar – non ti faccio niente”, sfiorandogli la guancia con il dorso della mano.
“Sei ancora intatto?”, gli chiese.
Ethwood non rispose, ma non avrebbe capito neanche se non fosse stato mezzo paralizzato dalla paura.
“Lo immaginavo.”, proseguì Dagmar, parlando più a se stesso.
Cercò di infilargli la mano sotto la veste per carezzarlo, ma Ethwood si rannicchiò su se stesso, stringendosi addosso la veste ancora di più. Dagmar cercò di reprimere la tentazione di ricorrere alla forza: quel ragazzo non era come gli altri, da cogliere e gettare via; no, aveva qualcosa che lo toccava nel profondo: forse valeva la pena ...