Ricercati
Data: 28/04/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
“Passiamo qui”, dico piano al mio compagno indicandogli un buco in un muro di recinzione. Prontamente mi segue ed andiamo oltre quel muro.
“E adesso?”
“Direi di dirigerci da quella parte”.
“Ma quello è un parco pubblico, ci troveranno subito”.
“No, lo sai, il parco è grande e oltre ci sono poche case e poi la campagna. Troveremo qualche casolare abbandonato per passarci la notte. Poi decideremo che fare”.
“Ok, ma si sta facendo buio. Sbrighiamoci”.
Effettivamente il sole sta calando velocemente e, per quanto ci siamo mossi con velocità, il buio ci avvolge che siamo ancora all’interno del parco. Siamo fuggiti dal penitenziario, dove dovevamo passare altri venti anni per omicidio. Lui ha ammazzato quella zoccola della moglie ed io quella troia di mia suocera. In fin dei conti, abbiamo solo risolto i nostri problemi di famiglia. Lui no ma io ho due figli che sono stati affidati ai nonni, cioè ai miei genitori. Spero che non ci riprendano ma, se succede, non me ne frega un cazzo. Non ce la facevo più a stare rinchiuso in una cella progettata per due e ci stavamo in sei. Vorrà dire che scapperò un’altra volta. Non so dove andare, basta che sto fuori di lì. Potremmo mescolarci coi lavoratori in nero di qualche coltivazione. Non ci chiederanno certo i documenti. Poi, io posso mimetizzarmi meglio. Sono favorito dal fatto che sono di carnagione scura, nato in Italia da genitori algerini. Sono nato a Napoli, come anche il mio amico di fuga.
“E adesso che ...
... facciamo?”, dice il mio amico.
“Rimaniamo qui per la notte, tanto siamo in estate e non fa tanto freddo. Qui ci sono queste piccole luci tra i rami degli alberi e qualcosa ci si vede. Se andiamo oltre non vedremo più niente”.
“Ok”, fa lui. “Guarda, lì c’è un capanno per gli attrezzi. Possiamo scassinare la porta e dormire là dentro”.
“Perfetto”, gli rispondo e ci dirigiamo da quella parte.
In un attimo siamo dentro. Al centro c’è un tavolo con quattro sedie e, da una parte, un mucchio di sacchi pieni di foglie secche. Non potevamo chiedere di meglio per dormire abbastanza comodi.
“Purtroppo non abbiamo niente da mettere sotto i denti e lo stomaco si fa sentire”.
“Resistiamo, ché domani potremo riempirci dei frutti di qualche coltivazione”.
Ci stendiamo, lui da una parte e io dall’altra della stanzetta. Non riesco a prendere sonno. L’esigenza più impellente adesso sembra essere diventata un’altra. Sento che anche lui è agitato.
“Ehi, Roberto”, dico piano. “Sei sveglio?”
“Si”.
“Io non riesco ad addormentarmi. Mi manca Quirino”.
“Anche io stavo pensando a lui. Certo che era comodo”.
Eh, si, Quirino era stato molto comodo nel periodo di detenzione. Era un ragazzo molto giovane, mingherlino, biondo e con una gran voglia di cazzo. Dei piccoli baffetti biondi non lo facevano di certo molto maschile. Era stato utilissimo a noi cinque per scaricarci i nervi e passare bene il tempo. Praticamente stava quasi tutto il giorno a sbocchinarci e prenderlo al culo ...