1. UN CONDOMINIO MOLTO SPECIALE


    Data: 27/04/2020, Categorie: Etero Autore: chicco52, Fonte: RaccontiMilu

    ... Dove vivi? “
    
    Rimasi un po’ interdetto. Ma in che posto ero capitato?
    
    Mi regalai una mattina di silenzio e lettura. Sentivo il bisogno di ricaricarmi, di pensare, di dedicare un po’ di tempo ai miei problemi, che mi avevano portato a vivere in quel luogo.
    
    Ogni tanto, dal divano su cui ero sdraiato, alzavo gli occhi e davo un’occhiata alle finestre degli appartamenti dei miei amici. Non si vedeva anima viva. Il condominio era caduto in letargo…
    
    All’ora di pranzo, decisi di uscire a fare quattro passi, e di mangiare un panino in un bar del paese, tanto per vedere qualche faccia nuova.
    
    Mi incamminai per la lunga strada costeggiata da una fila di piccoli alberi, piantati da pochi mesi. Evidentemente una nuova amministrazione comunale voleva mostrare il suo interesse per l’arredo urbano!
    
    Giunto nella piazza principale, con i capelli bagnati da una pioggerellina lieve ma insistente, scelsi a caso uno dei locali che vi si affacciavano. L’atmosfera all’interno pareva quella di un locale notturno. Luci basse, una musica ad alto volume, diversi schermi alle pareti che trasmettevano le immagini di una televisione specializzata in musica.
    
    Al grande bancone, già preparato con una decina di vassoi di “stuzzichini” per accompagnare gli aperitivi, c’erano tre ragazze molto indaffarate a preparare i piatti per i numerosi clienti seduti ai tavoli.
    
    Chiesi la lista dei panini, e ne scelsi uno semplice, tanto per mettere qualcosa nello stomaco.
    
    Me lo prepararono in pochi ...
    ... minuti, e cominciai a mangiarlo in piedi, bevendo una coca.
    
    “Non vuoi sederti, Jill?” sentii una voce alle mie spalle.
    
    Mi voltai, e la mia espressione interrogativa fece sorridere la mia interlocutrice.
    
    “Sono Paola. Non ci siamo ancora conosciuti. Però so che hai conosciuto mia sorella e la mia cuginetta….”
    
    Ecco… il quadro famigliare era completo. Le lanciai un’occhiata. Quel “conosciuto” era detto nella più totale indifferenza, senza malizia. Nella penombra, il suo viso mi appariva completamente nuovo. Ma non avrei potuto comunque riconoscerla, visto che le avevo dato un’occhiata di sfuggita dalla mia finestra.
    
    “Ciao, Paola. Grazie. Non vorrei impegnare un tavolo per un solo panino…” le risposi porgendole la mano.
    
    “Sei gentile, ma mi fa piacere se ti fermi un po’. Sono impegnata, ma se puoi aspettarmi, dopo il casino di mezzogiorno potrò sedermi con te.”
    
    “Certo che posso. Fai con comodo. Ho qualche mese di tempo…”
    
    Rise. “Mi avevano detto che sei simpatico…”
    
    La guardai allontanarsi, e sparire dietro al bancone. Era piccola di statura, ma il corpo era ben proporzionato. Vestita con una gonna nera corta a tubo, una camicetta bianca aperta, portava i capelli castani lunghi sulle spalle, tenuti fermi da un cerchietto di stoffa. Aveva l’aria di una brava ragazza di buona famiglia, che lavorava per mantenersi agli studi. Ma la sua età apparente, avrei detto trentacinque anni, la metteva fuori da quel contesto.
    
    Ogni tanto la vedevo dietro la cassa, poi ...
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