1. Godere nella vergogna ix


    Data: 11/04/2020, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... risposi . Lasciai passare pochi secondi e riaprii la porta comprendendo di essermi spinto oltre ogni limite ma lai non c’era più.
    
    MIA
    
    Mio marito mi aveva lasciata fuori della porta della nostra camera in albergo quasi con disprezzo, persino quando lo supplicai di riaprirmi e di ripensare a quello che mi aveva chiesto non mi rispose. Guardai quel cento euro che stringevo tra le mani sentendomi ancor più sporca per come ero stata trattata da Rodolfo.
    
    Mi appoggiai alla porta per qualche attimo, mi guardai intorno, per fortuna non c’era nessuno. Stavo per sedermi vicino alla porta, sperando ancora in un ripensamento di Rodolfo, quando sentii il rumore dell’ascensore. Mi prese il panico, non sapevo cosa fare. Mi diressi verso le scale e mi rifugiai dietro la porta che le divideva dal corridoio.
    
    Restai ancora in attesa, mentre sentii le porte dell’ascensore aprirsi, poi quei passi sempre più vicini.
    
    Cosa potevo fare?
    
    Scesi lentamente le scale cercando di non far rumore, raggiunsi la hall dell’albergo ed a capo chino la attraversai. Cercai di evitare lo sguardo del portiere di notte che tuttavia spostandosi da dietro il bancone della reception mi raggiunse
    
    “sei nuova da queste parti?” mi chiese quasi con disprezzo. Mi stava prendendo veramente per una prostituta facendomi vergognare ancora di più. Rendendomi corto della situazione in cui mi ero cacciata, mi limitai a scuotere la testa con un cenno di assenso.
    
    “puoi venire quando vuoi ma me lo devi ...
    ... chiedere, ti farei entrare dal retro senza dare nell’occhio”. Gli girai le spalle cercando di uscire velocemente. Lui mi bloccò prendendomi per un braccio “ oppure la prossima volta i tuoi clienti vatteli a fare in un altro posto”.
    
    Cercando di liberarmi dalla sua presa persi l’equilibrio e caddi rovinosamente su un divanetto dietro di me facendo cadere una lampada dal tavolo vicino.
    
    Rovesciata sul divanetto la gonna si era alzata lasciandomi le gambe completamente scoperte mostrando le cosce nude sopra il bordo delle calze.
    
    “guarda che disastro hai fatto” mi riprese severamente il portiere “chiamo la gendarmeria, non voglio problemi”
    
    Spaventata supplicandolo di non farlo come indennizzo gli porsi gli euro che mi aveva dato Rodolfo e lui me li strappò letteralmente dalla mano
    
    Sorrise e si chinò davanti a me. “ci vuole ben altro”. Appoggiò le mani sulle mie cosce e iniziò a spingere la gonna verso l’alto. Incapace di reagire morta dalla vergogna lo lasciai fare. Vedevo la mia gonna risalire e in un attimo restai con il mio sesso esposto alla sua vista. “potrei anche non chiamare la gendarmeria” mi sorrise accarezzandomi le tette lasciandomi ben intendere cosa dovessi pagare in cambio. Non avevo scelta. Portai le mani tremanti dietro al collo sul nodo del vestito, lo slacciai e chiusi gli occhi facendomi scivolare i lembi del vestito mostrandomi in tutta la mia indecenza semi sdraiata su un divanetto in quella hall dove due giorni prima ero entrata come una seria ...
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