1. A un passo da lui - parte 2


    Data: 08/04/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: RagaRiserv87, Fonte: Annunci69

    ... bocca a quelle dita lunghe, affusolate. Presi l’alluce tra le mie labbra, iniziando a leccarlo, prima dolcemente, poi in maniera sempre più avida. Matteo sembrò sussultare nel sonno e, per un attimo, mi staccai dal quella fonte di piacere, ma lui, dopo qualche respiro più veloce, continuò a dormire placidamente. Ripresi da dove avevo interrotto, passando la lingua tra le sue dita, baciandole, leccando ogni centimetro di quei piedi meravigliosi. Ero affamato, lo volevo a tutti i costi.
    
    La mia spudoratezza crebbe e, con ritrovato coraggio, risalii con la mano dalla caviglia al ginocchio, e poi sempre più su, verso la fonte della sua mascolinità, verso quella collina perfetta che aveva tra le gambe. Poggiai, con delicatezza, una mano sul tessuto dei suoi boxer. Nel frattempo mi ero sbottonato anch’io i pantaloni, il mio cazzo era duro come il marmo. Lo tirai fuori, lasciandolo svettare, la cappella viola e turgida finalmente libera.
    
    Il cazzo di Matteo invece era moscio, ma già dai boxer mi resi conto che aveva molta sostanza. Con un ultimo atto di fede gli tirai giù le mutande, liberando il suo sesso, godendomi in tribuna d’onore quello spettacolo incredibile.
    
    Mio Dio.
    
    Mi mancò il respiro quando vidi per la prima volta i suoi genitali perfetti. Il pene, di dimensioni considerevoli ma non eccessive, giaceva a riposo, adagiato su un lato, a contatto con la sua gamba. Non era circonciso, la cappella era seminascosta dal prepuzio. Era bellissimo, di un colore ...
    ... leggermente ambrato, come la sua carnagione. Ma ciò che mi colpì più di ogni altra cosa furono i suoi coglioni. Erano grossi, potenti, simmetrici. Due palle enormi che lo resero, ai miei occhi, ancora più maschio, ancora più virile. Ne saggiai la consistenza con le mani. Aveva dei testicoli grandi come noci, a stento riuscivo a tenerli tutti in una mano. Mi avvicinai ulteriormente e annusai l’odore di testosterone che emanavano. Ero inebriato, ipnotizzato da quella vista. Immersi il naso tra le sue palle, cominciai a succhiarle.
    
    Ormai avevo perso ogni inibizione. Non mi importava più se Matteo si fosse svegliato, se si fosse incazzato come una bestia e mi avrebbe preso a pugni. Volevo averlo, con tutto me stesso. Gli scoprii il prepuzio e presi la sua cappella rosa in bocca, baciandola prima con dolcezza e poi infilandomela in bocca. Era leggermente salata, sapeva di uomo, sapeva di lui.
    
    A mano a mano che succhiavo, sentivo il suo cazzo inturgidirsi e il respiro farsi sempre più veloce. Si stava svegliando, ma non mi importava. Continuai il mio lavoro mentre il suo cazzo, a poco a poco, diventava di marmo. Me lo tolsi dalla bocca e lo vidi svettare in tutto il suo vigore, la cappella lucida e pulsante con una minuscola gocciolina di liquido che gli imperlava il glande. La succhiai via avidamente. Fu allora che la mano di Matteo, inaspettatamente, si posò sulla mia testa, afferrandomi per i capelli, guidando il ritmo di quel pompino secondo le logiche del suo piacere, del suo ...
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