A un passo da lui - parte 2
Data: 08/04/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: RagaRiserv87, Fonte: Annunci69
... Decisi che fosse mio compito fare il “grande” della situazione. Mi avvicinai a lui, lo presi per un braccio.
«Matteo, si è fatto tardi, dobbiamo tornare a casa»
«E dai, Manu, restiamo ancora un po'» mi implorò.
Sembrava un ragazzino in quel momento, con un genitore invadente che cercava di portargli via il divertimento.
«Andiamo, forza» gli dissi, trascinandolo via dalla calca «sei ubriaco perso, domattina ti scoppierà la testa».
«Ok…» cedette «andiamocene…»
Notai che barcollava. Gli misi una mano dietro la schiena per sorreggerlo e ci avviammo verso l’uscita. Salutammo di sfuggita le mie colleghe che, nel frattempo, stavano flirtando con un paio di ragazzi al bar e raggiungemmo la macchina. Aprii lo sportello del passeggero e aiutai Matteo a salire. Avevo sottovalutato le sue condizioni. Quella che credevo fosse una semplice ubriacatura era in realtà una pesante sbornia.
«Ehi, stai bene?» gli chiesi, poggiandogli una mano sulla gamba.
Quel contatto, il tocco della mia mano sulla sua coscia, mi provocò un’erezione immediata. Dovetti sistemarmi il cazzo nelle mutande per evitare che mi facesse male.
«Mmh…» mugugnò lui.
«Ok, andiamo a casa».
Dormì per tutto il viaggio di ritorno, la testa appoggiata al finestrino e un’espressione beata sul viso. Aveva le labbra leggermente socchiuse, dalle quali si intravedevano gli incisivi regolari. Avrei voluto baciarlo e, per un attimo, pensai di farlo, lì, in quella macchina. Mi trattenni a ...
... stento.
«Ehi, Matteo, siamo arrivati, svegliati».
Un altro mugugno.
«Ok, ci penso io, aggrappati a me».
Gli aprii la portiera del passeggero e me lo caricai praticamente in spalla, aiutandolo a salire le due rampe di scale che ci separavano dall’appartamento. Lo feci appoggiare al muro mentre aprivo la porta e lo trascinai di peso dentro casa.
«Forza, siamo arrivati, domani mattina ti scoppierà la testa, lo sai? Non avresti dovuto bere così tanto».
«Sì… hai ragione… domani» biascicò lui.
«Ok, sei totalmente fuso. Vieni, ti aiuto a metterti a letto».
Esclamai quelle parole rendendomi conto troppo tardi di ciò che avrebbero implicato per me. Avrei dovuto aiutarlo a spogliarsi, avrei visto e toccato il suo corpo. Come sarei riuscito a resistere al desiderio di stare con lui fisicamente? A quell’impulso che, ormai, mi tormentava da settimane? Cercai di fare appello a tutto il mio autocontrollo.
Entrammo nella sua stanza, accesi il piccolo lume sul comodino, lo feci sedere sul letto. Cominciai a sbottonargli la camicia, mentre il cuore mi batteva a mille e cercavo di fare di tutto per non soffermarmi sulle areole scure dei suoi capezzoli, per non cedere alla tentazione di sfiorarli con le dita. Gli sfilai quell’indumento, lasciando scoperto il suo torace perfetto, i pettorali scolpiti. Gli osservai le braccia, dai muscoli torniti e sodi, quel tatuaggio che smuoveva i miei istinti più perversi. L’aria di fine settembre sembrava più bollente del solito, o forse ero io a ...