1. Godere nella vergogna xii


    Data: 06/04/2020, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... riuscivo più a controllare il mio corpo tanto che, mio malgrado, muovevo il sedere così da offrirmi ancora più oscenamente. Mi divaricò le natiche e con un dito che sprofondò nel suo buco facendomi lanciare un piccolo urlo sia per la sorpresa che per l’improvviso dolore, per fortuna breve, che provai.
    
    “Tuo marito non immagina neppure quanto tu sia zoccola.” Grugnì volgarmente.
    
    Lo sentivo ispezionarmi come una bestia in calore. Ero diventata un giocattolo nelle sue mani.Non mi ribellai e le sue dita mi penetrarono sempre più in profondità. Violata di fronte a degli sconosciuti ed umiliata anche dal suo commento.
    
    “Effettivamente sembra ancora troppo stretto e deve essere preparato per bene. – disse rivolgendosi a Gaston – Mi sembra che sia anche abbastanza pulita, ma sai se Adele le ha fatto un clistere?”
    
    Ancora una volta mi trattavano come un oggetto, addirittura peggio di una puttana, decidendo, senza chiedermelo, cosa dovessi fare e come prepararmi per farlo.
    
    “Non ancora – rispose Gaston – ma comunque potrà sempre farne un altro se le è stato già fatto, meglio essere sicuri!”
    
    Oddio, ma che dicono? Vogliono farmi un clistere? Ma perché? Ma chi sono io, anzi, che cosa sono io?
    
    Sentivo il vociare degli uomini ed i commenti divertiti delle prostitute che non avevano perso un attimo dell’eccitante spettacolo della mia esibizione pubblica. Sentivo le altre puttane ridere nella hall ed ormai nulla sarebbe servito,stavo per fare anch’io il loro mestiere, la ...
    ... puttana.
    
    Gaston mi dette una pacca su una natica e mi permise di alzarmi in piedi.
    
    “Hai degli ammiratori molto attenti – mi disse facendo un cenno col capo verso i tre neri seduti al suo fianco – non riescono a toglierti gli occhi di dosso. Sarebbe il caso che dessi un sollievo anche alle loro mani, non ti pare?”
    
    “Ma … ma … ma – riuscii a balbettare a malapena – non li conosco, non so chi sono, non posso.”
    
    “Dopo aver passato la serata a comportarti come una puttana, a masturbare sconosciuti nel parco, dopo aver bevuto sperma, ora ti permetti di fare la santarellina? Vai, lo vedi come ti guardano, ma non preoccuparti, qui ti potranno solo accarezzare!”
    
    Cercai di usare lo sguardo più supplichevole possibile, ma non servì, Gaston aveva deciso e io dovevo farlo.
    
    Ripensando a quei momenti non posso fare a meno di pensare come fu facile costringermi a fare certe cose che giudicavo disdicevoli ed inimmaginabili. Inutile poi chiedersi il perché, la risposta era chiara e stava proprio scorrendomi davanti agli occhi: tutta quella situazione, il farmi trattare da troia, il compiacere degli sconosciuti, mi stava piacendo davvero, anche se ne provavo ancora un’incredibile vergogna.
    
    Non c’era alcun dubbio sul fatto che io fossi ancora intimorita, ma certamente ero succube e non riuscii a rifiutare quell’ordine e andai a sedermi sulle gambe di uno dei neri.
    
    Mi passarono per la testa mille e mille pensieri. Mi trovavo in un bar dalla dubbia reputazione mostrandomi e ...
«1...3456»