L'educazione della fanciulla
Data: 05/04/2020,
Categorie:
Etero
Autore: William Kasanova, Fonte: EroticiRacconti
... tuo sguardo mentre mi fissi e poi tutto si conclude con le tue unghie conficcate nella mia schiena e i nostri inguini bagnati di piacere.
La tua mano libera chiude le sue dita sulla mia virilità in piena estensione e, dimostrando di conoscere bene le mie preferenze, fai scivolare delicatamente il polpastrello del tuo pollice sulla mia cappella, sfiorando il meato ancora bagnato di seme e il prepuzio, scatenando una tempesta di scariche simili a deliziosi crampi che si riversano lungo l’asta del mio cazzo frammentando il mio respiro in singulti. Succhio la tua lingua, scivolando con la mia sulla tua, che sa ancora un po’ della sborra che hai bevuto.
Vorrei che tu finissi il tuo lavoro di mano, ma voglio trattenermi per dopo, quando avrai completato la lettura del tuo racconto. Mi godo ancora per qualche attimo la tua lingua e la sega, poi mi allontano dalle tue labbra, dove rimane un sorriso che lascia intendere che la nostra scopata non ha ancora visto il suo termine.
Ma io fremo dal desiderio di sentire il tuo racconto. – Dai, continua… ho voglia di scoprire cosa fai alla dolce Cecilia – ti dico, mentre riaffondo il volto tra i tuoi capelli biondi e riprendo a baciarti il collo, ma la mia mano rimane sul tuo inguine, esplorando il tuo sesso bagnato e bollente, sebbene lo conosca ormai meglio del mio stesso uccello. – Ma ricorda che considero quella troietta come una mia figlia adorata, anche se l’ho fatta sfondare da un mostro in una mia storia… - aggiungo.
Dal ...
... tuo sorriso, sospetto che quella con Mimmo non sarà l’esperienza peggiore vissuta dalla mia bambina letteraria.
Mentre le mie dita si muovono lentamente attorno al tuo utero e il mio naso si riempie del profumo inebriante della tua pelle e dei tuoi capelli, la tua voce, resa più dolce dal piacere che hai appena ricevuto, o forse per eccitarmi ancora più, continua a recitare il tuo racconto.
Cecilia è in piedi davanti alla tua scrivania, nel tuo ufficio. Tu, o più esattamente il tuo personaggio, è seduto sul bordo del tavolo. Mi immagino la ragazza con gli occhi abbassati, una mano nell’altra, le dita che si torturano nell’agitazione che si contorce nel suo petto; tu, invece, hai il volto illuminato da un sorriso che promette un imminente futuro pieno di piacere, per lo meno per te, una camicetta bianca sbottonata fino a metà del tuo seno, una gonna nera che arriva alle ginocchia ma con uno spacco da un lato che quasi risale all’altezza delle mutandine. Ammesso tu le stia indossando, ma considerando come sei nella realtà, mi meraviglierei se le portassi in un racconto erotico.
Spieghi alla mia ragazza che il suo comportamento è stato deplorevole e che non si sarebbe mai aspettata nulla di simile; lei, con una voce appena udibile, giura che non c’entra nulla con quanto è successo, che non sa come sia stato possibile che qualcuno sospetti di lei. Un nuovo sorriso, non solo nel racconto, riaffiora sul tuo viso.
Il polpastrello del mio medio orbita lentamente attorno ...