Il padrone 1pt.
Data: 30/03/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Berto747, Fonte: Annunci69
... divincolai, non mi preoccupai: nessuno mi avrebbe cercato.
Ero preda dell’eccitazione col uccello duro, duro, che si sfregava sulle mie mutande.
Mi fece entrare attraverso una porta sgangherata nell’androne di un palazzo storico.
Poi mi spinse dentro una porta, era un bagno pubblico.
Un odore di urina mi investì.
Varcato l’antibagno, entrammo nella stanza dei gabinetti, mi spinse in uno dei bagni e accostò la porticina rotta, senza chiavistello.
Si abbassò la lampo e tirò fuori il cazzo: duro, dritto, con la cappella lucida di voglia.
Prendendomi per le spalle, mi spinse verso il basso: “In ginocchio!” Mentre lui si sedeva sulla tavoletta del water.
Incapace di reagire, mi inginocchiai, era bagnato, probabilmente pisci che spandevano un odore fortissimo.
“Ora comincia a leccarlo.”
Gli afferrai il cazzo in mano e con la lingua cominciai a percorrere tutta l’asta, su e giù, su e giù. Lui mi guidava la testa con le mani e quando arrivai per l’ennesima volta sul filetto della cappella, mi cacciò il pene in bocca fino in gola.
“Brava la mia troietta… Succhia! Ciuccialo tutto… Così! Da bravo…”
Ormai con la mente ero andato: mentre mi stantuffava la gola, scopandomi la testa mi accarezzavo il mio cazzo e neanche mi ero accorto del barbone, che, aperta la porta, si stava segando mentre ci guardava.
Andavo su e giù preso dal parossismo gustandomi quel cazzo gonfio e pulsante nella mia bocca, ciucciando avidamente ogni goccia di siero.
Ad ...
... un tratto mi afferrò più forte la testa e mi spinse la sua nerchia profondamente in gola: schizzò tanto. Stavo soffocando, il suo sperma mi andava di traverso. In parte ingoiavo e in parte mi veniva da sputarlo.
Mi lasciò andare e, tossendo come un disperato, sputavo il suo seme, che mi colava sul mento e sui vestiti.
“Non sputare! Ingoia!” Mi ordinò.
Mentre ancora ero preda dei colpi di tosse, sentii degli altri schizzi caldi e appiccicosi arrivarmi sui capelli e la guancia.
Mi voltai di scatto alla mia destra per vedere da dove arrivassero: il barbone mi spruzzò un altro fiotto di sborra maleodorante in piena faccia, continuandosi a segare forsennatamente.
“Adesso puliscimelo!” Esclamò il mio dirimpettaio.
Non curante di tutto lo sperma che mi colava da ogni parte, ripresi il suo cazzo tra le mani e cominciai a leccare ogni grumo di sborra dal suo cazzo, sulla cappella e sull’asta.
Dopo poco, improvvisamente, mi riprese la testa tra le mani e, ricacciandomi il pene in bocca mi disse: “Bevi, puttana!”.
Io, convinto, che dovesse venire di nuovo, non opposi resistenza, già pronto a bere ogni sua goccia ma rimasi di stucco quando invece di sborrare cominciò a pisciarmi in bocca.
Mi divincolai e riuscii a liberarmi dalla sua presa.
Nonostante ciò, continuò a pisciarmi addosso.
Intanto il barbone si rimise il cazzo nei pantaloni e, presi i suoi quattro stracci, se ne andò.
Il mio molestatore, mi guardò compiaciuto, si alzò, si ricompose e ...