1. Il padrone 1pt.


    Data: 30/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Berto747, Fonte: Annunci69

    L’estate era ormai finita, l’autunno aveva già iniziato ad avere il sopravvento, e le giornate cominciavano a essere corte e quasi noiose. Quindi cercavo di trovare qualcosa di interessante in ogni modo. Nel palazzo, di fronte al mio, la settimana prima, è arrivato un nuovo inquilino.
    
    Spesso mi soffermo alla finestra della mia camera, per guardare i colori dell’autunno. In quell’ultima settimana, vedevo dalle finestra dell’appartamento occupato dal nuovo, un signore sulla cinquantina / sessantina, che si aggirava per le stanze della propria casa vestito solo della canottiera: pene barzotto ma bello, ventre un pò gonfio, naso grosso, occhialuto.
    
    Un giorno di ottobre mentre lo guardavo, lui alzò lo sguardo e mi vide. Rimase fermo al suo posto e, fissandomi, con un sorriso laido, protese in avanti i fianchi, stringendo il suo pene alla base tra il pollice l’indice.
    
    Imbarazzatissimo, tirai le tende della mia finestra.
    
    Tutto sembrava essere morto lì. Smisi di guardare verso il suo appartamento.
    
    Dopo qualche giorno, mentre aspettavo il bus per andare in centro, me lo trovai alla fermata.
    
    Mi sorrise e io finsi di non vederlo.
    
    Arrivò l’autobus, pienissimo come al solito.
    
    La folla, entrando a forza, mi spinse in uno degli angoli della porta posteriore.
    
    Ad un certo punto sentii una mano sul mio sedere, che cominciò a palparmi.
    
    Non riuscendomi a muovere, ero impietrito.
    
    La mano continuava a muoversi sulle mie chiappe risalendo i miei pantaloni per ...
    ... cercare di entrare.
    
    Il cuore mi batteva fortissimo a causa dell’imbarazzo e della paura.
    
    Riuscii a muovere la testa e lo vidi dietro di me: il mio dirimpettaio, sorridente con la lingua tra le labbra per la concentrazione di trovare l’entrata per mettermi la mano dentro i pantaloni.
    
    Cercai di strattonarlo ma fu inutile. Allora con la destra cercai di farlo smettere ma me la afferrò e se la mise sul pacco.
    
    Cominciò a guidarmi la mano su e giù. Sentivo il suo cazzo duro attraverso la patta.
    
    Il cuore a mille per la vergogna, la mia mano che accarezzava quel gonfiore sempre più grosso, non sapevo cosa fare e il tempo sembrava non finire mai.
    
    “Vedo che ti piace…- Mi sussurrò – Sei un porcellino. Stai facendo tutto tu… So che ti piace il mio cazzo: ho visto come lo guardavi dalla finestra…”
    
    Spalancai gli occhi per la sorpresa: era vero.
    
    Aveva smesso di guidarmi la mano: la sua era dentro i miei pantaloni a palparmi il culo. Stavo facendo davvero tutto da solo. Continuavo a segarlo da sopra il pantalone e quella sensazione aveva smesso di farmi paura, anzi ero eccitato da morire.
    
    Finalmente il bus arrivò in centro storico e lui mi disse con tono autoritario “Adesso scendi con me.”
    
    Mi spinse violentemente verso le porte e, una volta arrivati alla fermata, scendemmo nella piazza del teatro cittadino.
    
    “Vieni.” Mi ordinò.
    
    Mi prese per un polso e, tirandomi, mi fece attraversare la strada verso uno dei portici laterali del teatro.
    
    Non protestai, non mi ...
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