Frate martino - 6
Data: 15/03/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... viaggiatori che, smontati, portarono i loro cammelli allo stabbio perché fossero accuditi. Fu lì che videro frate Martino, scalzo e seminudo che badava alle bestie.
Il ragazzo li colpì per la sua carnagione chiara, abbronzata per la vita all’aria aperta, ma chiaramente non olivastra, come uno si sarebbe aspettato in quelle terre. Ma fin qui, nulla di strano: poteva essere uno schiavo proveniente da chissà dove: il mare era infestato da pirati che, durante le loro scorrerie lungo le coste dell’intero Mediterraneo, catturavano giovani di ambo i sessi, per rifornire di mercati orientali.
Gli si avvicinarono e gli rivolsero qualche domanda, ma quello faceva fatica a capire la loro lingua e rispondeva stentatamente. Al che, parlando fra loro, uno dei due si lasciò sfuggire alcune parole in lingua italica e lo vide sollevare gli occhi di scatto con aria sorpresa.
Senza apparentemente dar peso alla cosa, i due si diressero verso gli alloggi, per chiedere una stanza e qualcosa da mangiare. Chiariamo subito che i due erano cavalieri cristiani travestiti, impegnati in un giro di esplorazione: in altre parole, erano due spie.
“Quel ragazzo ha qualcosa di strano.” disse il più anziano dei due, mentre attraversavano il vasto cortile.
Il suo nome era Rolando.
“Ha tutta l’aria di provenire dalle nostre terre: avete visto come ha reagito, quando ho parlato la nostra lingua?”, fece l’’altro, chiamato Virgildo.
“Non è solo questo. Al collo porta una croce.”
“Una ...
... croce?”
“Sì, una piccola croce di legno. L’ho intravista attraverso uno strappo della camicia.”
Virgildo si bloccò e afferrò l’altro per un braccio.
“Dobbiamo liberarlo! – disse con decisione – Non possiamo permettere che un cristiano sia schiavo di questi…”
“Shhhh! – lo zittì Rolando – Avete ragione, ma cercate di controllarvi. Vedremo cosa fare… per il momento, rimanete calmo e cerchiamo di non tradirci.”
Si fecero dare una stanza, che poi non era altro che un’alcova, chiusa da una tenda, con un semplice materasso per terra, e si diressero alle cucine per rifocillarsi.
“Parliamo col ragazzo, informiamoci chi è e da dove viene.”, disse Virgildo, mentre mangiavano un cosciotto di agnello, seduti all’ombra, in un angolo del cortile.
“No. Lasciamolo fuori: pur non volendo, potrebbe comprometterci. Cerchiamo invece di farcelo vendere.”
L’indomani, dopo la preghiera del mattino, a cui finsero di partecipare assieme agli altri, Rolando avvicinò il proprietario del caravanserraglio; e dopo i salamelecchi e le circonlocuzioni di rito:
“Ho una faccenda spiacevole da sottoporvi, - iniziò Rolando – il mio compagno, vedete, si è invaghito del vostro schiavo, il ragazzo che lavora nello stabbio…”
“Non è disponibile per il piacere dei viaggiatori.”, tagliò corto Selim.
“Ecco… noi saremmo disposti a comprarlo, se ci diceste il prezzo.”
“Non è in vendita.”
La trattativa andò avanti a lungo tra offerte e dinieghi; ma siccome ogni cosa ha il suo prezzo, alla ...