Sonia - l’odore del sesso 2 (racconto)
Data: 08/03/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69
... cavalle di razza nei loro short aderenti, erano circondate da nuvole di profumi di marca che non impedivano a Sonia di percepire i loro aromi naturali, molto più stimolanti.
«La mia schiava vuole servirvi» esordì Anita, nel tentativo di sconvolgerle.
«Cioè?» chiese Bea, la più intraprendente del gruppo, che Sonia trovava parecchio attraente.
«Sonia è molto servizievole.»
«È uno scherzo? Se lo è non è divertente.»
«Non è uno scherzo.»
«Sei sul serio la sua schiava?» intervenne Marghe, una rossa dalla pelle chiarissima, rivolgendosi a Sonia.
«Anita è la mia padrona» confermò lei, con un piccolo inchino.
Bea sorrise, sollevando solo un angolo della bocca.
«Ordinale di leccarmi i piedi» disse, sfidando Anita con lo sguardo. Il gruppo non era affatto coeso, e spesso Sonia aveva percepito le correnti sotterranee che lo attraversavano.
«Hai sentito, cagna?» la incitò la padrona.
Sonia si avvicinò a Bea e si mise a quattro zampe, avvicinando la bocca alle décolleté Gucci della ragazza.
«Posso?» chiese, guardandola dal basso verso l’alto come un bastardino timido. Bea sfilò il piede dalla scarpa e Sonia prese a leccarlo piano partendo dalle dita. Sapeva di sudore femminile e di cuoio, una miscela che trovava gradevole. Quasi istantaneamente si aggiunse il profumo dell’eccitazione sessuale, che le fece girare la testa.
«La sa usare bene la lingua» commentò Bea con un risolino, «Lecca solo i piedi?»
Sonia non rispose, non direttamente, ...
... lasciando alla sua padrona l’onere di farlo. Le schiave non parlavano se non interrogate direttamente. Anita si sedette su una delle poltrone Le Fablier in pelle color crema e spalancò le cosce. Indossava una mini in pelle nera, con niente sotto, proprio per quell’eventualità. La fica rasata era già umida di rugiada.
«Mostra a tutte quanto sei cagna» disse. Sonia lo interpretò come un ordine. Smise di leccare il piede di Bea e, camminando a quattro zampe, affondò la faccia tra le gambe della padrona, cominciando a baciarle il sesso sotto gli occhi delle altre.
Mentre infilava la lingua tra le piccole labbra roride sentì che qualcuno le tirava su la gonnellina corta a pieghe sotto cui, per ordine della padrona, non aveva indossato niente. Riconobbe il profumo.
Bea. O meglio, il piede nudo di Bea, ancora umido della sua saliva, che le strofinava la fica gocciolante.
«Guardate come cola la troietta» disse ridendo.
Sonia si sentiva una direttrice d’orchestra: usava i gesti e la lingua per dirigere il gruppo nella direzione lasciva che desiderava, schiava e padrona assoluta allo stesso tempo. I profumi delle ragazze si stavano allineando a formare l’overture di una perfetta sinfonia odofonica diretta verso la più sfrenata lussuria.
L’alluce di Bea si infilò in vagina quasi interamente.
Sonia cominciò a sculettare per provocarla, mugolando con la bocca incollata al sesso di Anita.
Poi arrivò la nota stonata, che alterò l’equilibrio in modo quasi doloroso.
«Non mi ...