Solo le stelle ci stanno a guardare..
Data: 27/02/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Michellerimini, Fonte: Annunci69
Il profumo del fieno appena tagliato m’inebria quanto i vapori di essenze in un bagno turco.
I ricordi delle estati in campagna dai nonni mi scorrono veloci davanti quando quest’aroma intenso accarezza le mie narici.
Al termine della scuola si partiva per Wartenberg, il paesino di mamma, che poi non era un gran partire, poiché la frazione dista venti chilometri dalla città di Pankow in cui abitavamo. Però per noi ragazzini sembrava una grande partenza.
Le valigie di quel cartone duro con le cinghie, borse e zaini di tela come usavano (e perché non avevamo altro) noi dell’Est invisi all'ovest che ci beffavano chiamandoci “Ossi” ci trascinavamo in giro negli anni '80 tra Germania Est, Polonia o la meta più ambita l’Ungheria. Una volta tra le destinazioni si poteva includere anche la Romania, ma il regime di Nicolae Ceaușescu l’aveva resa pericolosa anche per gli stessi Stati del Blocco.
I miei genitori mascheravano tutto ciò nella vacanza estiva, per farci respirare aria buona dicevano:
-“Noi figli senza mai contestare seguivamo e trasportavamo a nostro modo il fardello che ci spettava”.
In effetti, i profumi di quel luogo, malgrado fosse a due passi dalla città, era magico.
Il fieno, la paglia, la frutta sugli alberi... pure le ortiche e le erbacce avevano un profumo inconfondibile.
Quando scendevamo dalla Traband, ci trascinavamo i nostri bagagli da sfollati per quel tratto di paese, dove la cascina cuoceva al sole, gli occhi dei paesani ci ...
... scrutavano dietro le persiane o dai campi circostanti.
' Die Fremden kommen! ' ('Arrivano i forestieri!') li sentivamo mormorare, accompagnandoci con lo sguardo fino a destinazione.
La cosa più bella era l'accoglienza dei cani e i gatti, tutti di razze non identificate, ci riservavano al cancello rosso solo di antiruggine, verniciato da noi l'anno prima, con già segni da dover nuovamente rinfrescare.
Con un coro di suoni lagnosi come un mantra, i nostri animali, compagni di estati, amici e complici. Che belli che erano... nei loro corpi quasi scheletrici, perché più che pane con acqua e avanzi di cibo i nonni non gli davano, sì e no ne avevano per loro.
Stranamente prendevano peso durante l'estate.
Di nascosto dai grandi tutto ciò che potevamo rubare dalla dispensa, lo portavamo a loro infilandolo nelle tasche bucate o sotto la maglietta, nelle ore in cui gli adulti riposavano, nel fresco di quegli stanzoni dai mattoni di tufo.
Gli anni volavano come foglie al vento, le estati erano sempre uguali, i lavori gli stessi, gli animali per selezione naturale ogni tanto cambiavano. Le galline, i polli, i conigli, le mucche e i vitelli... era il loro destino di sostentamento.
Solo per i cani e per i gatti erano gran pianti quando la natura li chiamava, o un’auto li travolgeva nel loro vagabondare.
La domenica però dopo la parata di noi Pioneer della FDJ: Freie Deutsche Jugend, (Libera Gioventù Tedesca) obbligatoria delle undici e il pranzo, che nelle festività un poco ...