1. C'è stato un tempo


    Data: 21/02/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... fresca bevanda.
    
    “Bravo e bello. – assentì don Cecilio – Prima di partire dovremo esprimere la nostra soddisfazione al direttore. Che non gli passi per la testa di licenziarlo…”
    
    Erano amici da tantissimo tempo don Severino e don Cecilio, da quando si erano conosciuti proprio lì, al Belvedere, durante una villeggiatura estiva: don Severino era un anziano dirigente in pensione, e don Cecilio un giovane possidente appena entrato in possesso dell’eredità paterna; benestanti entrambi ed entrambi zitelli, si erano trovati subito simpatici, tanto da essersi ripromessi di passare ogni anno almeno un paio di settimane di villeggiatura all’Hotel Belvedere, in modo da rinverdire la loro amicizia, integrando con la frequentazione la corrispondenza che si scambiavano durante il resto dell’anno. Don Severino era ormai sui settanta, ma conservava un fisico asciutto e diritto come un fuso: quello che si dice “ancora un bell’uomo”; don Cecilio invece era molto più giovane, doveva essere sui quaranta, snello e prestante grazie alla vita attiva e salutare che conduceva, secondo le nuove teorie che venivano dall’America, ma che i Romani avevano già sintetizzato diversi secoli prima nella massima “mens sana in corpore sano”.
    
    Chiacchierarono ancora un poco, mentre finivano la loro limonata, ormai stiepidita, poi si ritirarono ognuno nella propria camera per il riposo pomeridiano.
    
    Qualche ora dopo, don Cecilio decise di fare una passeggiata lungo il greto del torrente, adesso ...
    ... pressoché asciutto, che si snodava nel fondo della valle: per quanto faticoso, gli piaceva camminare in mezzo a quei ciottoli bianchi e polverosi, levigati dalle acque nei momenti di piena, calcinati dal sole abbagliante in quelli di magra: gli ricordavano per certi versi l’andamento delle umane vicende.
    
    Indossò un abito leggero e un paio di scarpe comode, si calcò il panama sulla testa, per ripararsi dal sole ancora alto, e, preso il bastone da passeggio, uscì in corridoio, chiudendo a chiave la porta. Ma ecco che, passando davanti alla camera di don Severino, sentì provenire dall’interno un parlottio e delle risatine soffocate. Si ricordò dell’appuntamento che l’amico aveva col cameriere e pensò di fare un salutino a tutti e due.
    
    Provò la maniglia: era aperta, allora socchiuse la porta e spinse dentro la testa… quello che vide lo lasciò senza fiato: il giovane Tonino gli dava le spalle ed era in piedi con i pantaloni e le mutande calati fino alle ginocchia, mentre don Severino lo teneva in vita con le mani e con la testa stava inequivocabilmente agendo all’altezza dell’inguine.
    
    Don Cecilio rimase un momento, come ammaliato, alla vista di quel culo superbo, tondo e glabro, sorretto da due cosce muscolose, di cui le natiche fungevano come da capitello. Si sentì torcere lo stomaco e, pur volendo richiudere la porta e andarsene, si ritrovò a fare involontariamente un passo avanti.
    
    Il leggero scricchiolio del piede sul parquet attrasse l’attenzione di don Severino che, ...
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