1. L'inquilina del piano di sopra


    Data: 13/02/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Drakar, Fonte: Annunci69

    ... finito e non voglio lasciare che sgorga fuori il caffè e nemmeno voglio prenderlo freddo. Un paio di minuti non le sconvolgeranno di certo la certo la giornata.
    
    Lei >>> ( accomodandosi ) e va bene, ma proprio perché è lei e non fa mai storie su quante cose faccio cadere sul suo balcone.
    
    Il primo obiettivo, quello di trattenerla per qualche minuto, era andato in porto. Adesso dovevo cercare di prendere maggiore confidenza.
    
    Entrai in cucina, versai il caffè in due tazzine e le portai a tavola dicendo “se non vuole affatto non la obbligherò di sicuro ma sarei contento che lei si sentisse a suo agio con me ” Marcai in modo particolare quest’ultima parte della frase.
    
    Terminai dicendo: “mentre lei si serve lo zucchero o lascia da parte la tazzina io prendo il capo”. Uscii sul balcone, presi gli slip che avevo messo al sicuro su una sedia e rientrai.
    
    Prima di porgerli li tenni in mano per qualche secondo in più del dovuto, Volevo che nella sua testa lei immaginasse che in quel momento io potessi pensare a che parte del corpo era dedicato quell’indumento.
    
    Praticamente volevo indurle un senso di disagio simile a come quando ci sente nudi davanti ad un estraneo ma nel contempo volevo che questo disagio le procurasse un turbamento erotico.
    
    Glieli porsi dicendo: “sono molto femminili, lei ha buon gusto”
    
    Lei li prese e alzandosi dalla sedia disse: “adesso devo proprio andare, grazie per il caffè e mi scusi ancora per il disturbo”.
    
    Mi alzai anch’io rispondendole. ...
    ... “venga l’accompagno”
    
    Mentre ci incamminavamo verso la porta diedi il mio affondo a tutta la manovra: la fermai e le dissi: “la prossima volta mi piacerebbe vederteli addosso”
    
    Lei fece per parlare ma io la fermai aggiungendo: “il sabato i miei due vicini di pianerottolo non ci sono mai, tuo marito esce alle 9,00 e rientra alle 12,00, tu devi solo scendere a piedi un piano di scale perciò nessuno potrà accorgersi di nulla, porta con te un asciugamano in modo da avere sempre una scusa nel caso di imprevisti.”
    
    Lei mi guardava incredula incapace di ribattere ed io non volevo dargliene modo, volevo che il tarlo del peccato appena seminato nella sua mente lavorasse indisturbato.
    
    Tagliai corto dicendole: “adesso vai, a sabato prossimo”.
    
    Non sapevo che fine avrebbe fatto quel seme appena seminato, molto probabilmente sarebbe essiccato nei meandri della sua fedeltà, della sua coscienza, del suo pudore oppure, forse avrebbe toccato le corde della sua libidine, della sua femminilità. Non rimaneva che aspettare.
    
    Durante i primi giorni della settimana incrociai diverse volte Carla e suo marito e tutto sembrava regolare, anzi no, i suo sguardi erano più freddi e distaccati, e le sue battute meno cordiali del solito.
    
    Decisi di non arrovellarmi il cervello e di vedere cosa sarebbe successo sabato.
    
    Ma il mercoledì la incrociai da solo: mentre aspettavo l’ascensore lei usciva.
    
    Mi guardò e mi disse: “sabato anche mi viene giù tutto il bucato aspetto mio marito e mando ...
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