1. La sbronza - 2


    Data: 13/02/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: IlBaroneRosso, Fonte: Annunci69

    1 – LA RUOTA DEL SUCCESSO E QUELLA DELLA SFIGA
    
    Il successo del nostro trio era globale e coinvolgente.
    
    Più lavoravamo con professionalità, più il capo ci considerava vincenti (la mia squadra vincente, così ci chiamava), più soldi ci meritavamo (straordinari senza discussioni, note spese idem, trasferte, premi di fine anno, aumenti), più ci sentivamo in gamba sul lavoro, più eravamo sicuri di noi in famiglia, ognuno nella sua, più bello era fare sesso insieme, quando ci capitava, e quindi ancora meglio lavoravamo, maggiori riconoscimenti del capo, più soldi, eccetera.
    
    La ruota del successo, quella di noi tre, quindi la mia.
    
    E mio marito?
    
    La sua era la ruota della sfiga.
    
    Il suo capo lo considerava sempre meno, così mi diceva Giorgio.
    
    Soldi, manco un euro in più, anzi niente trasferte, niente straordinari, e più si sentiva mezzo fallito o quasi rispetto a me che andavo a vele gonfie (e a cazzi gonfi, ma lui non lo sapeva), in casa era giù di morale, a letto un fallimento dopo l’altro, e questo peggiorava la situazione sul morale e sul lavoro, peggiorava la considerazione del suo capo, e così via, di male in peggio.
    
    La ruota del successo per Giorgio girava all’incontrario, diventava la ruota della sfiga.
    
    Dovevo fare qualcosa.
    
    Per lui.
    
    Di sicuro Giorgio meritava qualche orgasmo in più e fatto meglio.
    
    Anch’io meritavo qualche orgasmo legittimo in più, oltre a quelli extracontrattuali, di cui mi sentivo in colpa nei suoi confronti.
    
    E per il ...
    ... nostro letto, che meritava qualche scena erotica più vispa, come ai bei tempi.
    
    Il peggio del peggio capitò quando il suo capo diede le dimissioni; Giorgio, che era il vice, non fu promosso capo.
    
    La sua ditta preferì dare l’incarico al capo della filiale di Vienna; ogni mese sarebbe venuto qualche giorno a coordinare le cose dell’ufficio di Milano, prima di tornarsene a Vienna.
    
    E il suo nuovo capo austriaco, forse su suggerimento del predecessore, non l’aveva in simpatia.
    
    Dovevo fare qualcosa.
    
    Cosa?
    
    Gli avevo suggerito di organizzare un aperitivo di benvenuto al nuovo capo, lui e i suoi quattro colleghi più importanti, tutti con le mogli, un happy hour in un bar di piazza San Babila.
    
    Quella sera, era un mercoledì, mi ero messa elegante e sexi, e le donne lo sanno, quando una si sente sexi, è la volta che lo diventa ancora di più.
    
    Quando li ho raggiunti al bar dov’erano mio marito, i suoi colleghi, le loro mogli e il nuovo capo, le donne mi hanno guardato con antipatia e invidia, e gli uomini con invidia per Giorgio.
    
    Un collega di Giorgio, Carlo, che già conoscevo, al momento dei saluti ha fatto qualche advance di troppo, abbracciandomi, facendo il cretino e cercando di appoggiarsi: gli ho dato un’occhiataccia di disgusto talmente violenta che ha capito.
    
    Senza dire una parola, solo con lo sguardo, gli ho spiegato che nemmeno se fossi naufragata con lui in un’isola deserta gliel’avrei data: avrei cercato uno scimmione eccitato, piuttosto che darla a ...
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