La nipotina e la nonna vogliosa
Data: 30/03/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
la nipotina e la nonna vogliosa
Abitavo in quella via da circa due anni e la frenesia della mia quotidianità non mi aveva ancora permesso di rendermi conto del posto nel quale mi ero trovato a vivere. Uscire per conto mio, fuori dal controllo dei genitori e dei vicini che mi avevano visto nascere era stata una conquista che mi faceva camminare a qualche cm da terra. Tutte le cose progettate dopo la maturità, con l’avvento del nuovo lavoro finalmente potevo realizzarle e, a partire dal minuscolo appartamentino in città, avevo avviato una nuova fase della mia vita.
Gli studi all’università occupavano tutti i miei progetti ed il lavoro come cameriere al ristorante e come aiutante al laboratorio di pasticceria, mi costringeva ad un vero e proprio gioco ad incastri per sistemare gli impegni del giorno. Era comunque possibile trovare degli spazi vuoti che riempivo con il nuoto in piscina e qualche partita a tennis. Altri piccoli intarsi di valore erano dedicati all’attività che costituiva il sale della mia vita: il sesso in tutte le espressioni che una grande città mi consentiva di esprimere.
Le compagne di studi che mi portavano a casa gli appunti per l’inizio o la fine di qualche lezione che non ero riuscito a frequentare per motivi di lavoro, andavano pure ringraziate come meritavano, se non altro per assicurarmi che continuassero a prestarmi i loro servigi. Una eccelleva nelle materie sociologiche, sembrava saperne più del professore, l’altra di provenienza ...
... anglosassone, era preziosa per l’inglese e, a letto o sul tappeto, sul tavolo o sul divano fare sesso con loro era quotidianità. In qualche materia le ragazze erano meno forti dal punto di vista didattico, e come disdegnare gli appunti di altissimo livello forniti dai quasi compagni di banco, innamorati della mia patta sempre bella gonfia. Erano due, uno era forte in economia, l’altro in storia ma la loro passione per il mio uccello li rendeva sempre pronti ad ospitarlo nei loro pertugi.
Come avrete capito la mia era una vita molto movimentata e non tenevo tempo di guardarmi attorno; pensate che proprio per cercare di guadagnarne i miei amici mi portavano pure il pranzo o la cena take-away. Tutta questa premessa, l’ho scritta per giustificare quanto di seguito. Provenendo da un piccolo paese di periferia dove ero sotto la luce dei riflettori, e tutti sapevano tutto di tutti; le persone che frequentavo erano scannerizzate dal vicinato. Ognuno si sentiva in dovere di dire la sua su com’era vestito quel ragazzo o ragazza, che auto avesse, come fosse la pettinatura, come si muovessero, la loro forma fisica, ecc. Non ne potevo più. Qui in città, da subito le cose mi piacquero.
Non si vedeva mai nessuno fuori a criticare com’eri vestito, ne con chi ed a che ora rientravi a casa o peggio ancora se il mattino dopo uscivi con la stessa persona che ti aveva accompagnato la sera prima, mi sentivo finalmente libero. Ma avevo fatto male i conti. La viuzza dove abitavo era un “cul de sac” con ...