Il primo incontro
Data: 06/02/2020,
Categorie:
Incesti
Gay / Bisex
Autore: aleph, Fonte: RaccontiMilu
... trovati ma cerco di individuare la parte più interna e rifacendo il punto spostando i due aghi riesco a trovare il punto in cui il dotto lattoforo entra nella ghiandola e solo allora spingo dentro e di nuovo, come durante il mattina sento quella specie di diaframma cedere: sono entrato dentro la ghiandola senza frantumarla! Se spingo sento tendersi la parete interna della ghiandola e sono estasiato! Lo spiego anche al Genovese che nonostante faccia queste cose nei suoi seni da molti mesi non ha ancora capito come entrare nella ghiandola senza squarciarla. Il Ligure è tanto entusiasta che molla tutto e prende il telefono per raccontarlo a mio padre, ridendo a crepapelle mentre racconta la tecnica che ho usato. Terminata la chiamata ricominciamo a seviziarla. Finiamo quasi assieme, visto che il seno destro aveva già subito quella tortura la mattina ed alcuni acini erano già stati forati. Il Genove sfila il suo ultimo ago e si mette a premere il seno torcendolo con forza, fino a fare colare un liquido giallo appicicoso misto a sangue. ‘Facci da mangiare ora, Puttana!’ intima il Ligure. E mia madre si affretta ad andare in cucina con le mammelle coperte di segni. ‘Guarda! Ha le tette flosce ora!’ Effettivamente i capezzoli puntano decisamente in basso ed i seni appaiono meno gonfi di prima di iniziare, probabilmente devastare ogni ghiandola in quel modo e tutte quelle ore con l’ago conficcato nei capezzoli hanno lasciato il segno! Poco dopo mia madre rientra nella stanza ...
... per apparecchiare tavola ed ogni volta che si affaccia il Ligure non perde occasione per lanciarle epiteti ingiuriosi e commenti circa lo stato dei suoi vecchi seni cadenti. Finalmente iniziamo a cenare. La Mamma, durante tutto il pasto, continua a portarsi le mani ai seni dolenti. Non facciamo tempo a terminare che il Ligure è già pronto a ricominciare con le torture. ‘Adesso appendiamo la troia per le tette: una per volta! Vedrai, ci sarà da ridere!’ In pochi minuti mia madre si trova con i seni legati con forza. Ogni mammella è legata singolarmente da cui sporge un capo di una fune lunga un paio di metri. Senza bisogno di dirle nulla sale da sola su una sedia e fa passare una delle corde in quello che, una volta, era il gancio del lampadario. Porge a ciascuno di noi una cima e tiriamo con forza fino a farle staccare i piedi dalla sedia, a cui il Genovese infligge un calcio, scaraventandola un metro più avanti. La Mamma urla e viene percorsa da tremori. I seni sono compressi con forza e deformati innaturalmente verso l’alto. Il Ligure allenta la sua fune e mia madre resta appesa per il solo seno sinistro. Urla ancora più forte. ‘Lascia andare la corda’ mi intima. Ed io lo guardo perplesso, pensando che sarebbe caduta a terra. ‘Fallo’ ringhia rabbiosamente mia madre. Lascio la presa e lei cade di mezzo metro prima di venire trattenuta dalla corda che tiene il Genovese. La Mamma grida. La caduta era breve, ma la forza espressa nell’impatto quando il seno viene ...