Priapo e il sesso del diavolo
Data: 14/01/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... creature?” Insistetti. “Come sono queste creature?”
“Oh … sono magnifiche … sono esseri angelici … E le loro natiche! Cazzo ancora ci penso”. Sospirò mentre si masturbava vigorosamente. “Te ne accorgerai … quei culi sono stregati … Non hai idea di quello che possono fare!”
Aveva gli occhi fuori dalle orbite e mi fissava con un’attenzione che nessun altro uomo mi aveva mai riservato.
Si mise a quattro zampe e gattonando si avvicinò ai miei piedi.
“Ascolta”. Mi disse passando la lingua sopra ai miei alluci e risalendo lungo le cosce. “Hai davvero un bel corpo … Ed io … ho proprio bisogno di provarlo …!”.
Era quasi arrivato a sfiorarmi l’uccello con la bocca quando, con prontezza, feci un balzo all’indietro.
“Dai”. Insistette lui lascivo. “Vieni accanto a me”. Mi disse, battendo il palmo sulla terra. “Guarda che minchia che ho …”.
Aggrottai le sopracciglia e, contrariato, mi ritrassi ulteriormente.
“Ehi amico …”. Risposi imbarazzato. “Niente in contrario, eh, ma … onestamente ho altri gusti”.
E, dandogli le spalle, ripresi la marcia mentre i suoi gemiti divennero sempre più lontani.
Giunsi sul monte che il giorno calava.
L’orizzonte si schiudeva in fondo al pianoro roccioso e sfumava in un tramonto infuocato che faceva da sfondo alla quercia di Kmul.
I rami spogli sembravano impigliati nel disco solare.
“Ci siamo”. Pensai. “Questa deve essere la dimora del demone”.
Mi avvicinai lentamente al tronco e, ai suoi piedi, l’essere mi ...
... accolse con una voce sepolcrale.
“Benvenuto straniero”. Sibilò.
Sedeva sopra alle radici e, curvo su sé stesso, brandiva un lungo bastone nodoso.
Il suo busto era quello di un uomo anziano, completamente glabro ad eccezione della nuca. I radi capelli sembravano spilli conficcati nella pelle.
Le cosce, invece, erano zampe di caprone.
Il mostro le teneva larghe e il suo membro ciclopico strisciava fino a terra, si intrecciava con i basamenti della quercia e riprendeva quota dentro alla mano avvizzita.
“Non è un bastone …!” Sussurrai e, terrorizzato, mi inginocchiai ai piedi del demonio.
Kmul dovette fiutare la mia paura.
Si levò sulle zampe e, guardandomi fisso, parlò.
“Non temere, uomo”. Esordì. “Non ti farò del male. Smetti di tremare e dimmi: perché hai risalito il sentiero? Cosa vuoi da me?”
Era altissimo e i suoi occhi lacrimavano una sostanza bianca più densa del latte.
“Cristo”. Pensai. “Ma quello è … sperma”.
Mi feci coraggio, deglutii rumorosamente e mi rivolsi a lui, per formulare la richiesta che Potnia mi aveva suggerito.
“Chiedo di unirmi con uno dei tuoi figli, Kmul”. Dichiarai con un filo di voce. “So che le creature sono stregate e io ho davvero bisogno del loro incantesimo”.
L’essere sorrise.
“Sai che in cambio dovrai darmi quello a cui tieni di più?”. Domandò.
Pensai al lavoro, alla casa e, infine, alla vulva della mia principessa africana.
Annuii. “Si, lo so … la mia compagna mi ha avvisato … ma … sono disposto a ...